A SALINA NON SI FA CHE PECCARE
A Salina questo è il periodo giallo. Gialli in basso i fiori dei rapuddi, poco più su le ginestre e in alto le euforbie. Di fronte a casa mia, Lipari, all’ora del tramonto, diventa un pezzo delle Dolomiti. Su, da Paolonoci si vede un po’ di Vulcano e tanta Etna coperta di tanta neve. Cielo come sono fortunato! Piano piano di fronte a me tutto diventa profondo blu, ma a tre livelli di profondità. Mi è arrivato il libro di Massimo Fini e comincerò a leggerlo. A Santa Marina c’è il sindaco agli arresti domiciliari perché accusato di essersi appropriato di soldi a lui affidati da due vecchiette. A Malfa, dall’altra parte dell’isola, un parroco vive ore di angoscia perché una signora messinese lo accusa di averla sedotta e abbandonata. La signora non se ne è stata con le mani in mano. Lo ha denunciato e gli ha ridotto l’automobile a pezzi a forza di sassate. Ha commentato il sindaco di Malfa, Salvatore Longhitano: “Per noi è un bravo sacerdote e i fedeli lo vogliono bene. Certo è un uomo. Siamo adulti. Si può peccare…”. Chi è senza peccato scagli la prima pietra. La signora di Messina ha scagliato la prima, la seconda e la terza pietra.
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