DALLA GRUBER GLORIA SE LA PRENDE CON ME MA PER FORTUNA C’E’ VITTORIO SGARBI
Ieri sera sono stato da Lilli Gruber, insieme a Gloria Origgi e a Vittorio Sgarbi. E’ sempre gradevole andare ad Otto e Mezzo (Otto e mezza?) perché si parla, si lascia parlare, si ascolta, si convince, ci si fa convincere e non c’è teatrino. Per dire: Vittorio Sgarbi, dalla Gruber, è perfino simpatico. Come nella vita privata. Non sente di avere bisogno della maschera che litiga, insulta e urla “Capra”. In mancanza di Sgarbi se l’è presa con me Gloria Origgi, gradevole e simpatica filosofa milanese che vive a Parigi. Gloria si è sentita in dovere di fare la donna, per definizione politicamente corretta. Quando Lilli mi ha chiesto che cosa penso dei comportamenti politicamente corretti io ho risposto che non mi piacciono, che li trovo inutili e ipocriti. Non mi ricordo se l’ho detto ma lo dico adesso: “Il politicamente corretto è politicamente scorretto. Consente alla gente di mettersi il cuore in pace. E’ come mettersi il vestito buono per andare alla messa la domenica”. Di sicuro ho detto che preferisco uno che usa la parola negro ma poi lo tratta bene, non lo sfrutta, lo paga il giusto e non lo discrimina, a quelli che usano il politicamente corretto “nero” o “di colore” e poi li disprezzano e li maltrattano e non li considerano loro simili. A Gloria non sono piaciuto. Ha detto che io sono un cattolico, anzi peggio, uno di Comunione e Liberazione. Io le ho detto che non si azzardasse più a darmi del cattolico e che per quanto riguarda Comunione e Liberazione la sfidavo a duello dietro al cimitero all’alba e lasciavo a lei la scelta dell’arma. Alla fine della trasmissione Sgarbi mi si è avvicinato e sottovoce mi ha detto: “E’ stata proprio politicamente scorretta”. Difeso da Sgarbi! Che dramma. Sono l’unico che Sgarbi non tratta male.
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