Silvana Biasutti
Certo chiedere contributi a chi ha fatto accordi passati che non li prevedevano è fonte di problemi notevoli. A nessuno fa piacere dover rinunciare a ciò che si crede proprio. Ma Silvana dimentica un dato, coloro che sono andati in pensione con il metodo retributivo, prendono mediamente il 20% in più di quanto hanno versato. Quindi parte di quello che portano a casa glielo verso anche io, che invece non riceverò per quanto verso. A me nessuno a chiesto il benestare quando hanno deciso che dovevo versare denaro per pagare pensioni perchè intere generazioni ricevono più di quanto hanno versato. Posso recriminare per ore contro sindacati e partiti che hanno deciso, quarant’anni fa che le attuali generazioni avrebbero dovuto pagare per loro, però è così. Forse chiedere loro una riduzione…
Non sono d’accordo con Massimo. Le pensioni calcolate col sistema retributivo sono state una grossa conquista sociale dei lavoratori. Il contributivo è una ingiustizia enorme. È comodo utilizzare denaro fresco al valore attuale e pretendere di restituirlo dopo quaranta e più anni senza pagare interessi. L’Inps è sempre stato in attivo per quanto riguarda il dare/avere riferito alle sole pensioni degli operai e degli impiegati. l’assistenza ed altre integrazioni di gestioni diverse assegnate dalla politica all’Istituto hanno determinato lo squilibrio dei conti… Non è giusto che gli operai e gli impiegati paghino gli errori politici.
Vittorio, io sono uno di quelli che prenderà meno di quanto versato, ma quello che mi fa arrabbiare davvero su questa faccenda è l’atteggiamento dei sindacati di trenta quaranta anni fa. Quando si stabiliva che c’era chi poteva andare in pensione dopo 15 anni, quando si votavano idiozie come i contributi figurativi, quando si tolleravano promozioni tre mesi prima della pensione per poter ricevere in base all’ultimo stipendio. Che mariano Rumor scrivesse norme del genere è comprensibile (le scambiava con il consenso), ma i sindacati non si domandavano chi avrebbe pagato? Lo squilibrio è dovuto anche e soprattutto dal pagamento di milioni di assegni superiori al dovuto.
Capisco. Errori ce ne sono stati tanti. Molti fatti apposta per ottenere voti politici o deleghe sindacali. Non c’è dubbio. Tanto per dire, però, i contributi pagati da coloro che non sono riusciti ad arrivare alla pensione, oppure quelli versati da coloro che hanno purtroppo goduto la pensione per pochissimo tempo, che fine hanno fatto? Il contributivo di quella gente chi se lo è mangiato?… Io sono convinto che i relativi importi, davvero ancora tanti nonostante il tanto decantato allungamento dell’aspettativa di vita (sic), debbano servire ancora oggi per garantire un livello di vita decente a chi ha la fortuna di sopravvivere al lavoro. Vivere la vecchiaia tutti in sostanza godendo di una pensione decente ed equilibrata al salario degli occupati. Anche in tempo di crisi.
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