“Io godo di ottima salute”, dichiara Giorgio Forattini, ex grande della satira italiana per dimostrare che la satira italiana – appunto – non è in crisi. E che Giorgio Forattini stia benissimo non può che riempirci di gioia.
La satira italiana è un fenomeno carsico, ogni tanto scompare e all’improvviso ricompare impetuosa. Ma anche le polemiche sullo stato di salute della satira italiana sono un fenomeno carsico. Quando meno te lo aspetti esplodono e dilagano sui giornali. Poi non se ne parla più per mesi. Poi eccole di nuovo. La satira deve essere per forza di sinistra? E adesso che la sinistra è al governo, si può fare ancora satira? Perché non esiste la satira di destra? La satira deve colpire tutti oppure solo il potere?
Lunedì sera eravamo sul palco del “Maurizio Costanzo Show”. Disegni e Caviglia, Vauro, Hendel, Iacchetti, Riondino, Max Greggio (“Striscia la notizia”), Pietrangelo Buttafuoco (“il Michele Serra della destra”), Enrico Vaime. Tutti lì in fila, seduti come fossimo il comitato centrale di un pc bulgaro. “Sembrava un raduno di reduci”, ha detto Forattini. E’ una delle poche cose sensate che ha detto negli ultimi anni, da quando cioè è scomparso il grande, mitico, Forattini e al posto suo ne è arrivato uno svogliato, qualunquista, banale, egocentrato. Sembravamo dei reduci, è vero. Vauro ha perfino detto: “Noi del “Male””. Il “Male”, per me, è un ricordo da ragazzino.
Dicevamo tutti delle grandi ed inutili sciocchezze sul palco bulgaro. Ogni minuto che passava mi immaginavo l’audience scendere a picco. Solo la lucida follia e la splendida forma di Paolo Hendel riusciva a sollevare l’encefalogramma piatto e il totale disinteresse della discussione. Che era sostanzialmente: che cosa è la satira? (boh). Deve salvaguardare certi valori? (mah). Chi satireggia Veltroni è di destra o di sinistra? (chissà).
Quando si è arrivati all’eterna domanda (“La satira è in crisi a causa del fatto che abbiamo un governo di sinistra?”) io mi sono permesso di dire:
1) che Prodi non mi sembrava poi questa grande sinistra;
2) che la satira è come il poker, produce gli effetti migliori quando l’autore odia l’avversario;
3) che gli autori satirici di sinistra colpiscono anche a sinistra ma con un linguaggio un po’ meno violento;
4) che questi governanti “di sinistra” non ci fanno impazzire ma certo sono facce diverse, facce oneste, facce senza conflitti di interessi;
4 bis) che Flick – appunto – non è il massimo, ma non è nemmeno Mancuso (e mi sono dimenticato di dire che Andreatta non è Previti);
5) che se cade il governo Prodi non mi butto giù da un ponte ma quando è caduto il governo Berlusconi ho goduto per settimane;
6) che non c’è crisi negli autori di satira ma c’è crisi nei lettori di satira visto che “Cuore” ha venduto anche 160 mila copie mentre il primo numero di “Zapata” ne ha vendute finora 25 mila (a proposito se volete smentirmi non avete che da correre in edicola e arraffare qualche copia: ce ne sono, vi assicuro, ce ne sono ancora).
Vauro, il grande Vauro, per dire che la satira gode di ottima salute, non dice che lui sta bene (come direbbe il fantasma di Forattini) ma dice che il suo “Boxer” fa vendere al “Manifesto”, al quale è allegato, 8 mila copie in più. E questa è salute? A me pare tubercolosi.
Mi è stato risposto, sul palco, che la satira non ha come scopo principale quello di far cadere i governi. D’accordo, non lo ha come principale scopo. Ma non lo ha nemmeno come secondaria speranza? Quando arrivò l’avviso di garanzia a Bettino Craxi, i redattori di “Cuore” si precipitarono in redazione per festeggiare con un’edizione straordinaria quella che era la realizzazione di un loro vecchio sogno (ricordate la copertina con Craxi dietro le sbarre e la scritta a caratteri cubitali “Pensiero stupendo”?). Ditemi, autori di satira di sinistra: vi siete precipitati in redazione per realizzare un numero speciale quando è arrivato l’avviso di garanzia a D’Alema? Ditemi, voi che fate parte del popolo di sinistra, godreste come matti, vi lascereste andare a libagioni smodate, festeggereste con selvaggi baccanali la notizia che comunisti ed ex comunisti tornano all’opposizione?
Non sono mai stato un grande ammiratore di Walter Veltroni, ma come posso dimenticare che siede sulla poltrona che fu di Tatarella?
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