NON E’ CAMBIATO NIENTE. TANTO VALE RIPUBBLICARE LE COSE VECCHIE.
La vacca pazza. Telenovela. Riassunto delle puntate precedenti. Le mucche della regina Elisabetta da tempo si erano ammalate. Tutti lo sapevano ma nessuno osava parlarne. Sapete com’è. Non si parla mai delle malattie delle signorine. Tutti mangiavano allegramente le fiorentine di Oxford e la carne era andata alle stelle. Poi i giornali cominciarono a parlare dei disturbi mentali delle vacche d’oltre Manica. Panico. Guai a mangiare il filetto. Oneste e sanissime mucchette aostane cominciarono a subire orrende discriminazioni. Polli, sempre polli, fortissimamente polli. E lattuga. E rapanelli. E pesci, palombo, sogliole, trote salmonate. La dieta mediterranea sconvolta. Macellai sul lastrico. Tutti a prendere le distanze dalla vacca pazza. Come se tutti i buoi fossero saggi e sereni. L’antifemminismo sempre in agguato. Come mai quando una donna è un po’ leggera si dice che è una vacca? Ma avete mai visto una vacca di facili costumi? L’avete vista accoppiarsi selvaggiamente con qualsivoglia toro? L’avete vista copulare per vergognoso tornaconto economico? La vacca è morigeratissima, brava mamma ed ottima compagna di vita. Nonostante conduca una vita piuttosto intensa, col doppio lavoro, curare i vitellini e produrre latte, non è più malata del bue, del toro, del vitello e del vitellone. Mentre il toro, si sa, pensa solo a una cosa. Ma quando si fa la pubblicità, ecco il becero maschilismo. Sulla Stampa, inserzione a pagamento: “Il vitello italiano è sano. Non proviene dall’Inghilterra”. Bella scoperta: se il vitello italiano provenisse dall’Inghilterra, sarebbe un vitello inglese. Oppure un vitello italiano ricco, di quelli che vanno spesso a Londra a fare una total immersion o a vedere per la decima volta Gesù Cristo Superstar. E poi: il vitello è sano, la pazza è la vacca. Si sa, le femmine sono isteriche. Alla vacca britannica, Premio Speciale “E’ tutto un complotto: ma il tempo è galantuomo e la verità sarà ristabilita”.
Ho il sospetto che la vacca pazza sia stata inventata per non parlare di altre cose. Per esempio: se non ci fossero stati i disturbi psichici delle vacche inglesi, le pagine dei quotidiani sarebbero state piene delle polemiche sullo sciopero fallito all’Unità di Walter “John John Kennedy” Veltroni. Che sia stato proprio lui a diffondere il morbo? Facciamo, senza lasciarci prendere da facili moralismi, qualche considerazione. L’Unità è, si o no?, un quotidiano fondato da Gramsci? Gramsci era, si o no?, uno di sinistra? L’Unità è, si o no?, il giornale del Pds? Il Pds è, si o no?, un partito di sinistra? Difende, si o no?, gli interessi dei lavoratori? L’arma sindacale dei lavoratori più usata è, si o no?, lo sciopero? E allora perché l’Unità fotte lo sciopero dei suo giornalisti? Risposta possibile e in fondo sensata: “Ma fatevi gli affaracci vostri”. Risposta che taglia l’erba sotto le zampette del gongolante Feltri che ha fottuto anche lui lo sciopero, ma lui è di destra, e vive quasi come un dovere l’impegno preso quand’era ancora fanciullo di contrastare con ogni mezzo le conquiste dei lavoratori. Ha detto John John Walter: perché non ci si scandalizza per la presenza in edicola del Giornale e ci si scandalizza dell’Unità? Che differenza c’è? Presto, prima che sia troppo tardi, prima che fiumi di voti emigrino dall’Ulivo al Polo, qualcuno corra a spiegare all’amico di Pizzaballa la differenza. A Walter “Anicagis” Veltroni Premio Speciale “tranquillo! era lo sciopero dei giornalisti, mica quello dei venditori di videocassette”.Gianfranco Funari, la teledentiera umana, è in grande agitazione. E quando Gianfranco si agita perde il controllo totale di quella poca grammatica e di quel cincinin di sintassi che talvolta, anche se raramente, l’opprimono. “La partitocrazia l’hanno sconfitta la Lega, Vittorio Feltri e, modestamente, io”. Caro Gianfranco, modestamente, il problema non è stabilire chi ha sconfitto la partitocrazia. Ognuno ha le sue idee e tu, modestamente, hai le tue. Che esprimi ed esterni, con grazia, stile e delicatezza, modestamente, a ogni ora del giorno e della notte, più discreto di Meluzzi, più silente di Pannella. Modestamente, come si diceva fra sessantottini, il problema è un altro: è un problema di prima persona plurale. Ripasso: Tu ed Egli avete sconfitto la partitocrazia. Egli ed Ella hanno sconfitto la partitocrazia. Ma Io e Tu ABBIAMO sconfitto la partitocrazia. Capito? ABBIAMO. Alla dentiere più sgrammaticata del West Premio Speciale “diciamo pure pirlate, ma diciamole in italiano, cribbio”.
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