NON E’ CAMBIATO NIENTE. TANTO VALE RIPUBBLICARE LE COSE VECCHIE
Voi forse non vi siete accorti che è successo qualcosa di veramente importante mercoledì sera all’Olimpico. Distratti dal tifo e accecati dalla passione, vi è sfuggito il particolare che ha vinto “una squadra operaia”. Proprio così, operaia. A caldo, Walter Veltroni, vicepresidente del Consiglio, ha trovato la giusta metafora. Operaia, come la classe operaia, come l’ape operaia. Come quegli operai della Fiat che – lenti come sono – ci mettono un mese a guadagnare quello che gli operai della Juve riescono a guadagnare in un minuto. Michele Serra ha invitato i nuovi governanti ad andare il meno possibile in televisione e solo quando hanno qualche cosa da dire. Ma perché? La “squadra operaia” è una gaffe? E chi lo ha detto? Perfino l’Unità, quotidiano assolutamente indipendente dal pensiero veltronian-juventin-agnelliano, titola: “Hanno vinto gli operai bianconeri”. L’Unità. Da quando Veltroni se ne è andato è tutta un’altra cosa. Mai più figurine di calciatori. Solo di ciclisti. Veltroni veniva ingiustamente criticato perché aveva “alleggerito” il quotidiano fondato da Gramsci? Ecco che il suo successore sceglie la via dell’approfondimento, anche a costo di appesantire il giornale e renderne difficile la digestione. Un esempio, sempre tratto dalla partita Juve-Ajax. A chi affidare il commento prima della partita? “Giornale” e “Stampa” si affidano a Michel Platini. “Repubblica” a Marco Tardelli. L'”Unità” preferisce un fine pensatore, un intellettuale prestato allo sport. Emanuele Filiberto di Savoia. Il figlio di Vittorio Emanuele trova però una strada interessante per parlare del match, a metà tra il commento tecnico e l’esame sociologico dell’avvenimento. “Peccato che non posso entrare in Italia. Altrimenti sarei stato sicuramente all’Olimpico…Si, se potessi entrare in Italia penso proprio che andrei molto spesso a Torino a vedere le partite…Io la Juve di Lippi non l’ho mai vista giocare dal vivo, ma solo in tv…Mi dispiace davvero di non aver mai potuto vedere allo stadio la Juve di Lippi”. Presto, qualcuno riveda la Costituzione, non si può privare la Juve di Lippi di uno spettatore così pensoso delle sorti di una nazione che ingiustamente lo tiene oltre il confine. All'”Unità” il Premio Speciale Avanti Savoia purché si impegni, dopo il ciclismo, a partire con le figurine Panini della dinastia sabauda. “Vieni in Tunisia e ti liberi dai pensieri, ti liberi da tutto, è un antidoto contro lo stress, un’oasi di serenità, Tunisia è la vacanza più bella che ci sia”. Una pubblicità martellante. Tutte le volte che passa in tv mi viene da pensare – chissà perché – al diabete. All’autore di questi slogan diamo con estrema simpatia il Premio Speciale Cinghialone. E già che siamo all’estero, non posso non citare l’episodio edificante del poliziotto portoghese che ha ucciso con un colpo di pistola, in questura, un ladro durante l’interrogatorio. Poi lo ha decapitato e si è sbarazzato del cadavere. Il capo della polizia, Enrique Godinho, ha detto alla tv: “Sono dispiaciuto per l’incidente”. A Godinho Premio Speciale “Quando si dice il galateo”. Purché si cambi il cognome. Comunque Godinho è chiaro. Si capisce quello che dice e quello che pensa. Come Armando Verdiglione, ingiustamente accusato di parlare difficile. Sentite come presenta il suo prossimo Convegno: “Il Secondo Rinascimento è rinascimento della parola, ove le cose procedono per integrazione dall’apertura originaria”. Capito zucconi? A Verdiglione il Premio Speciale “Glasnost” e se qualcuno ancora non capisce quello che dice lo vada a chiedere a Gianni Boncompagni che accompagna la decisione di lasciare Mediaset per tornare alla Rai con una dichiarazione epocale: “Il Medioevo sta finendo. Sento nell’aria una sorta di Rinascimento”. Io sento nell’aria una sorta di corsa – come diciamo noi terroni – “a li mejo posti”. Per questo, caro Gianni, Medioevo o Rinascimento che sia, ti prego di accettare il Premio Speciale “Finché la barca va, lasciala andare. Quando la barca affonda, lasciala e basta”.Ah, dimenticavo: ultima puntata della telenovela “La mucca pazza”. E’ la Plasmon che interviene per tranquillizzare i bambini forti consumatori di vasetti: “I nostri vitelli vivono in Uruguay”. Adesso sì che stiamo tranquilli.
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