E’ piovuto tutta la notte. E per non fare torto a nessuno, è piovuto anche tutta la mattina. Ci siamo svegliati in un campeggio in riva alla spiaggia frequentato da pazzi che con la muta si buttavano in mare. Probabilmente appassionati di wind surf (ma non ho visto vele). Forse specialisti di immersioni (ma non ho visto bombole). Magari erano solo pazzi. Decidiamo di cambiare programma (la nostra specialità), di tornare indietro perché tanto fra nuvole e nebbie e piogge il paesaggio è tristissimo e noi non possiamo nemmeno fare le nostre chilometriche passeggiate sulle spiagge. Puntiamo su Peenemunde e sul suo museo che ci parlerà di V1, V2 e di von Braun. Ma per la strada ci imbattiamo in un museo sugli Oceani, o meglio sul Mar Baltico. Ci fermiamo ed impariamo un sacco di cose su maree, sul mar Baltico che è poco salato (ecco perché Billie beve tanto quando fa il bagno, sull’origine delle scogliere di gesso, sui gas idrati, la nuova frontiera energetica che staziona, finora, nel sottosuolo marino. La pioggia ha ristretto ancora di più il minicamper. Mi sto appassionando alla comunicazione stradale. Dopo l’attraversamento di foche ho scoperto il cartello: “Questo non è il posto giusto per morire”: Ne ho visti finora un paio. Probabilmente, nelle intenzioni degli ideatori, vuole essere un invito ad andare più piano in un tratto di strada particolarmente pericoloso. Ma l’effetto finale è piuttosto del tipo: “Se proprio volete mettere a repentaglio la vostra vita, non vi dispiacerebbe andare a tirare le cuio da un’altra parte?” Altro cartello, lungo un sentiero, col disegno di un paio di serpi e la scritta: “Qui viviamo noi serpenti, Per favore tenete al guinzaglio i vostri cani”. E per finire, cartello sulla porta di un negozio: “Cari cani, in questi locali vivono due gatti. Noi vi abbiamo avvertito”.
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