Stasera niente gruppo di ascolto. Serata libera.
Troppa apologia della Littizzetto, specialmente per il monologo sulla violenza delle donne.Vi pare che un violento che prima investe la moglie con la macchina e poi la arde viva, che un campione senza gambe che spara alla fidanzata scambiandola in casa per ladro, si facciano convincere dalla parolaccia della Littizzetto come se fosse maga magò! Orsù, un po’ di rispetto verso l’intelligenza di noi telespettatori!
…ed è finita, finalmente tutti in libera uscita! Un Sanremo (festival dell’Unità) dei kazzi loro. Pagellina finale: la dittatura del televoto ha detto no a faziolo Fazio (The King of Birignao, autoparodia di se stesso) negando al vittoria a Elio, peccato. Littizzetto, sempre più Martufella de sinistra con le sue battutacce su ascelle sudate e aliti fetidi ( Boldi è volgare, “Lucianina” femminista e soprattutto intoccabile). Crozza, scornato per sue battute riciclate. La ricetta faziana non ha potuto rinunciare agli ingredienti trash, ma dove il Festival ha fallito miseramente, è stato negli sketch. Più indigesti del solito, perché il livello (francamente) infimo cozzava con le ambizioni. (pensare che Quello dell’amaca era di casa qui). Per finire: Il portabotox di Carla Bruni, ha…
Per finire: Il portabotox di Carla Bruni, ha avuto il coraggio di ringraziarla (ed era serio) “per la sua grande disponibilità e per la sua straordinaria simpatia”. Beato lui, a cui piace tutto… Concludendo: meglio un Grillo sparlante oggi…che mille Sanremini adoranti domani!
Se fin dalla sua creazione la donna è stata considerata il simbolo del peccato dalle varie religioni, ivi compresa quella cattolica che l’ha costantemente sfruttata nei secoli nonostante gli esempi di Gesù che proprio per accontentare una donna, sua madre, fece anzitempo il suo primo miracolo alle nozze di Cana, significa proprio che non sarà la battuta della Littizzetto a cambiare le cose. Al bando quindi i fratoni bacchettoni ed apriamo le coscienze insegnando l’amore per il prossimo e la parità dei generi. Forse è tardi per cominciare, ma se non ora, quando?…
Forse quando, (nel nostro piccolo) la Martufella de sinistra cambierà il suo repertorio di tette e culi, permettendo così ai fratoni bacchettoni di richiudere la patta dei pantaloni…
Almeno la Martufella non si candida in Parlamento, al contrario di qualcun’altro che quel repertorio continua a esibirlo. Quanto al Festival, lo considero uno tra i migliori degli ultimi anni e, a quanto pare, non sono il solo.
Mi permetto di ricordare alla signora Guarini che il pezzo di Lucina Littizzetto era, appunto, rivolto alle donne e non già agli uomini. Donne che subiscono ed hanno paura di denunciare. Anche per me questa edizione di Sanremo è stata tra le più belle.
@ Francesco d’Urso chiedo se sia opinabile che la compagna di Pistorius avesse paura di denunciarlo per le violenze che certamente c’erano state prima dell’omicidio. Non è nemmeno ipotizzabile che la signora non avesse i mezzi per allontanarsi dalla casa del mostro come capita ad altre povere donne, povere nel senso che non hanno le risorse economiche per andarsene di casa. Allora, guardiamo alla realtà e non rifuggiamoci dietro Sanremo. Non mi interessa giudicare i cinque giorni di Sanremo, anche se per me sono troppi,e nemmeno il monologo moreleggiante della Littizzetto, ma provo davvero fastidio verso coloro che universdalizzano il verbo/Lizzetto, proponendo, come ha fatto la Venier, di diffondere il video nelle scuole.
Sarebbe una lotta impari per sconfiggere l’imitazione della LIttizzetto che, nel tempo che fa, predica seduta sulla cattedra, toccandosi continuamente i piedi e lisciandosi le gambe e roteando la punta delle scarpe sotto gli occhi Faziosi! Alle mie alunne, imitatrici della sirenetta spiaggiata, ho dovuto imporre il veto di avvicinarsi alla mia cattedra!
Signora Guarini è evidente che lei non ha nessuna simpatia per la Littizzetto e, quindi, le nostre opinioni divergeranno comunque. Sottolineo solo che il tema sulle violenze alle donne ha assunto una dimensione allarmante, proprio per la quotidiana frequenza con cui accadono. Quindi il “monologo” della Littizzetto a Sanremo poteva raggiungere un vasto pubblico. Non so se sia necessario mandarlo nelle scuole, forse basterebbe che tutti gli insegnanti si facessero carico di una civile sensibilizzazione.
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