Si chiama El Torcal. E’ una montagna di 1336 metri sul livello del mare. Ma una volta era il fondale del mare. 150 milioni di anni fa. Sapete cosa succedeva no? Scheletri di animali marini, residui vegetali e tante altre cose (lattine no, sacchetti di plastica no, non c’erano ancora) si depositavano e creavano strati che si sovrapponevano uno all’altro, divenendo pietra calcarea. Poi dopo un po’ di milioni di anni la terra si sollevò, emerse dal mare, divenne una montagna che il vento e le acque piovane cominciarono a disegnare con l’erosione. Oggi questo panettone di 13 km quadrati è una specie di foresta di pietra dove i moltissimi tornillos, specie di altissimi funghi, hanno dato vita ad uno spettacolo spettrale, una foresta di pietra percorsa da fenomeni carsici. Una superficie di un altro mondo, tutta roccia e cielo. Nemmeno una luce. Nebbia di notte. Il buio che più buio non si può. Ogni tanto un rumore. Niente paura. L’anziano e il giovane hanno già incontrato delle specie di stambecchi che probabilmente sono dei caproni. Ecco in questa affascinante e desolata plaga dell’Andalusia, unici abitanti insieme ai caproni, i due hanno festeggiato la fine del 2012. Chiusi nel loro Campersauro hanno cucinato una pentola di purè precotto, come dessert hanno mangiato due mandarini ciascuno e mezza pera, hanno brindato con acqua minerale (gasata!), e alle dieci di sera, sincronizzati con la fine dell’anno di un altro fuso orario, hanno mangiato i tradizionali dodici chicchi di uva, come i veri spagnoli. Capodanno irripetibile, senza nemmeno un botto, senza nemmeno un urlo, senza nemmeno un sospiro. Che meraviglia.
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