Il Campersauro viene parcheggiato nel porticciolo Guelves, sulla riva destra del Guadalquivir. E i due partono alla conquista di una Siviglia vivacissima. Grandi passeggiate. Evitate con cura cattedrale e alcazar (già dato) ci si immerge nelle viuzze e nei ristorantini insieme a quattro Cirri. Alessandra, la moglie, fa da guida ma non ne becca una anche perché guarda la cartina senza occhiali. Massimo si aggira con fare distratto, da vero intellettuale di sinistra, e ogni tanto dice: bello questo angolo moresco. L’anziano fa finta di essere molto pensoso della situazione politica italiana e con questa scusa sta sempre attaccato all’Ipad, il giovane sembra preoccupato soprattutto dell’aspetto gastronomico. I due cirrini vengono sgridati ogni cinque minuti perché hanno portato l’Ipad ma non il carica Ipad. Il giorno da pecora e caterpillar passano due giorni camminando e decidendo le sorti politiche dell’Italia. Attorno a loro migliaia di esseri umani celebrano il venerdì riempiendo le stradine della capitale andalusa e rischiando di finire sotto le ruote dei tram o sotto gli zoccoli dei cavalli. Via della Costituzione è più affollata di corso Buenos Aires il giorno dei saldi. Sui marciapiedi decine di artisti di strada e di musicisti ammaliano l’anziano che starebbe ore a guardarli ed a sentirli. Siviglia rimane nel cuore.
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