La giornata di ieri, caratterizzata dalla malattia sessuale del motore Ducato Fiat, si è conclusa in un campeggio a qualche chilometro da Còrdoba dove quello che non era vietato era obbligatorio. L’anziano e il giovane vengono più volte sgridati dal gestore ma alla fine riescono a svuotare le acque grigie del Campersauro e perfino ad attaccarsi alla rete elettrica del campeggio Alcatraz. Stanchi per la lunga giornata autostradale quando scoprono che per mangiare debbono prendere la bicicletta e fare ancora 5 km si ribellano e decidono di andarci con il loro autoarticolato. Vengon premiati da un’ottima coda di toro. Oggi puntano su Sevilla dove li aspetta uno splendido camping, secondo le guide. Ma le guide dicono aperto ed invece è chiuso. I due vanno nel secondo camping. Cerrado pure quello. Telefonano all’ufficio del turismo il quale dice: todos lo camping son cerrados. Panico. Trovano comunque un terzo camping. Telefonano prima. Es ouverto? Sì, rispondono. Si inoltrano nella campagna sevigliana. Dopo venti km la strada diventa tratturo, dopo altri cinque il tratturo diventa sentiero. Il Campersauro si ribella. Telefonano di nuovo: ma dove sta il vostro benedetto camping? Camping? Ma noi siamo una fabbrica di mobili. Ma allora perché ci avete detto che eravate aperti? Porqué effectivamente nos estamos oubiertos. Nuovo panico. Telefonano dovunque e alla fine trovano un porticciolo, puerto guelves, che ospita anche camper. Fanno la loro porca figura ormeggiati accanto a cutter e a velieri destinati alla navigazione sul Guadalquivir. Ma sono stremati. Incontrano la famiglia di Massimo Cirri stazionante a sevilla. Un sguardo amico può aiutare dopo una giornata di terrore.
Ma perché se c’hai il camper cerchi ossessivamente un campeggio?. Per la notte non ti puoi fermare in un prato qualsiasi?
Un saluto a Cirri di Caterpilar, anche se lui non mi conosce.
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