da Pier Franco Schiavone
Quando scoprii questo blog rimasi affascinato dal livello della discussione affatto diversa dagli altri blog. Si affrontavano temi seri con l’intermezzo di post ironici e a volte surreali, grazie all’ottima regia di CSF. Non era necessario ricorrere alla satira di Serra e di Robecchi, ce la facevamo da noi (basta con questo copia e incolla, quei due hanno già i loro spazi!). Questo era il blog in cui scriveva anche Piero Welby. Oggi non lo riconosco, sono giorni che non si parla d’altro che di viaggi in amene località con l’intermezzo della questione della Cassazione che, avendo generato un enorme equivoco d’interpretazione, fa scrivere a qualcuno: Uh, com’era bello quando c’era una maestra, con 35 alunni, che c’insegnava a dire grazie (ma che cavolo, un po’ di decenza). La furia censoria di CSF riguardo al numero di battute, ha raggiunto livelli insopportabili, tanto che i post che leggo, in maggioranza, sembrano ormai dei telegrammi; ma per articolare un pensiero non basta un telegramma, al massimo si possono fare battutine, a riprova sta il fatto che lo stesso CSF ricorre, nei suoi Parliamone, ad un congruo numero di battute, eppure lui una volta ebbe a dire: non c’è nulla che non si possa dire in 500 battute. Personalmente sono convinto che quando si tratta di articolare un pensiero, la selezione è naturale, Darwiniana direi. Eppure argomenti di discussione su cui magari esercitare anche la satira, esistono: è crollato il capitalismo selvaggio e si stanno accumulando le macerie Reaganiane, siano nel pieno (ma qualcuno dice: all’inizio) di una crisi che avrà gli effetti di una guerra, stanno attaccando la scuola dei nostri figli, ieri i vigili di Milano hanno denunciato per occupazione abusiva di spazio pubblico, gli insegnanti di una scuola che avevano affisso un manifesto sul portone della scuola, per invitare i genitori ad un assemblea!! C’è una disoccupazione preoccupante, il piccolo Putin ricatta la Corte Costituzionale, ammazzano o pestano i neri, nella sola Milano ci sono 5.000 senza tetto, c’è la fame nel mondo (nell’indifferenza generale) e varie guerre, il nostro esercito in missione di pace richiede bombardieri, il terrorismo è più che mai attivo ma sta riguardando i pària, un grande studioso, Giorello, chiede al papa di fare un passo indietro sul Concordato, i giornali della sinistra stanno per chiudere, l’avvocato Arena non invia più i suoi post. Ma sembra che nulla o quasi vi sfiori. Non che non si debba andare in montagna e parlarne, ma c’è anche altro. So che ve ne farete una ragione, ma se continuate così io, e credo anche altri, finiremo per non leggervi più.
E vabbé, apriamo il dibbbattito. E consentiamo a Schiavone questa lenzuolata con il suo grido di dolore e di rimpianto per i vecchi tempi passati quando tutto era più bello. Una cosa sola mi infastidisce. L’ultima frase in cui manca il noi, il senso di appartenenza. Schiavone finirà per non leggerci più? Lui e noi? Che cosa siamo noi? Lo spettacolino al quale ogni tanto Schiavone accede? E lui non fa parte di noi? Ma se non fa parte di noi, si è già tirato fuori, è già qualcosa di estraneo.(csf)PS. L’unica cosa sulla quale non si transige sono le 500 battute. E’ un minimo di rispetto per la mia vita. Non posso dedicare tutta la giornata al blog. O 500 battute o si chiude.
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