Non ci vuole tanto per capire che la storia di Luigi Lusi, l’ex tesoriere della Margherita, non finirà troppo bene per lui. Io sono convinto che non possa essere stato l’unico depositario della conoscenza dei giri di milioni del finanziamento pubblico e del suo uso improprio. Ma una cosa è certa, lui sapeva. I giudici lo volevano arrestare e l’hanno arrestato una volta ottenuto il nulla osta del parlamento. Non nascondiamo dietro ad un dito. Qui si parla di politica, non di giustizia. Altrimenti non si spiega come mai in altre occasione analoghe il nulla osta non sia stato concesso. I talebani del garantismo avrebbero voluto salvare anche lui, come in altre occasioni avevano salvato altri colleghi, perché – sostenevano – se i giudici mancando il pericolo di fuga, di inquinamento delle prove e di reiterazione del delitto hanno chiesto l’arresto ugualmente, è chiaro che c’era il fumus persecutionis, la volontà di fargli del male a prescindere. Ma Lusi ha commesso un errore poco prima di entrare in carcere. Ha detto che a questo punto ha un sacco di altre cose da dire. Frase comprensibile se partiamo dal suo scoramento e dal desiderio di vendicarsi degli ex compagni di partito. Ma che rivela la sua attitudine alla bugia. Dunque Lusi non ha detto tutto. Ma adesso lo dirà visto che i suoi compagni non lo hanno salvato dalla galera. E questo è un uomo che non ha nessuna intenzione di inquinare le prove? Al contrario: le inquina o meno secondo il suo interesse e secondo l’interesse dei complici. Basta leggere senza paraocchi la sua dichiarazione. Se adesso, dalla galera, volesse farci il piacere di raccontare fino alla fine come sono andate veramente le cose, chissà che magari i giudici non gli concedano gli arresti domiciliari.
E’ un conto rispondere alle domande dicendo la verità e un altro conto collaborare spontaneamente buttandosi per così dire la zappa sui piedi. Fare il tesoriere di soldi regalati da leggi idiote ai partiti politici anche quando non esistono più, è un’impresa ardua. Come vanno spesi? Chi autorizza le spese? La verità è che non ci sono regole. Anche l’acquisto di un semplice manifesto elettorale non dovrebbe essere concesso in quanto nel caso di un partito estinto sarebbe un altro partito a beneficiarne. I casi sono due o si restituisce il tutto alla “truffata” società o si adotta il sistema “pancia mia fatti capanna”. Lusi non ha la mia simpatia politica, però non può essere il solo a pagare in questo baillame del mangia mangia politico. Se ora desidera collaborare, perché no?…
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