La Stampa, 29-09-2008
Era uno dei “colonnelli” di Fini. Si trascinava dietro una fama di “duro”conquistata quando militava nel Fronte della Gioventù. Nominato ministro dell’Agricoltura, gli avversari politici cominciarono ad esaminarlo con interesse perché mostrava grande attenzione ai temi dell’ambientalismo e diceva spesso cose “eretiche”. In pochi anni, così, Gianni Alemanno è diventato uno dei politici di destra più stimato dalla sinistra. Poi ha vinto le elezioni a sindaco di Roma. “E la sinistra”, dice, “ha ricominciato a maltrattarmi”.
E’ finita la pacchia…
“”Avevo fatto molte cose trasversali insieme alla sinistra. Le quote latte, la lotta contro gli Ogm…”
Invece adesso…
“E’ di nuovo demonizzazione ideologica. Sono tornate le accuse di fascismo… Un certo razzismo ideologico di sinistra tende a catalogare tutto quello che è di destra come fascismo”.
C’è qualcuno del centro sinistra da cui non se lo sarebbe aspettato?
“Francesco Rutelli. Con lui c’erano rapporti più che cordiali. Nel periodo del ballottaggio, quando fu aggredita la studentessa del Lesotho, una certa sinistra giunse ad accusarci di aver organizzato quell’aggressione”.
Rutelli non lo fece.
“Ma mi sarei aspettato che prendesse posizione contro quella strumentalizzazione, Invece zitto. Anche altri, con i quali ci eravamo scambiati reciproci apprezzamenti, come Realacci o Bertinotti, hanno taciuto”.
Ricorda quando D’Alema diceva che lei era il miglior ministro di Berlusconi?
“Non è più il tempo di apprezzamenti di questo genere”.
Dica la verità, le piacciono quelli di sinistra?
“Sì, quando vedo una sensibilità sociale vera. Non ho schemi pregiudiziali, non parto dal presupposto che se uno è di sinistra mi sta per forza antipatico”
Chi le piace?
“Carlin Petrini di Slowfood. E’ una persona geniale che ha aperto un fronte completamente nuovo sulla critica alla globalizzazione. In realtà lui al di là della destra e della sinistra ma non se ne rende conto”.
Dopo Petrini?
“Sicuramente Bertinotti. Forte autenticità dei valori. Spirito aristocratico. Utopia. Mi piace anche Realacci. E D’Alema,nonostante il suo carattere”.
Tra D’Alema e Veltroni?
“D’Alema. Certo molto duro aggressivo ma. Nel Pd, è l’unico che ha capacità di leadership. Ma è molto più disponibile e onesto di Veltroni. Veltroni sembra aperto e disponibile ma in realtà è molto più fazioso di quello che appare. E’ convinto di avere sempre ragione. Ed è troppo legato all’immagine”.
Lei contro Veltroni aveva perso.
“Ricordo ancora la campagna di Veltroni. Impressionante. C’era Donna Assunta Almirante che parlava bene di lui sui giornali. Io la chiamai e le dissi: “Assunta, perché mi fai questo?” Rispose: “Veltroni mi manda sempre i fiori, è gentilissimo”. ”
Tutta l’intervista
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