da Corrado Vigo – Trecastagni (CT)
Dopo dieci giorni di scioperi, dapprima quello regionale e poi quello nazionale, i danni non si contano più. Numeri ballerini e i più disparati vengono tuonati in tutti i mass media, ma quello che non si conta è il danno personale, ovvero il danno che ognuno di noi, in qualunque attività, ha subìto. Spesso il danno non è solo quello subìto nell’immediatezza, ma è quello che si trascinerà nel tempo, come ad esempio contratti annullati o, peggio, immagine e credibilità offuscata. I veri danni, ma quelli che faranno male, saranno quelli di cui potremo contarne l’entità solo nei prossimi mesi: gli agricoltori allorquando tireranno i conti del bilancio/annuo, i commercianti allorquando conteranno i saldi del venduto, gli industriali allorquando scopriranno le penali sui ritardi delle consegne e tutti quanti allorquando ci dovremo presentare alle scadenze fiscali di ogni 16 del mese e lì vedremo che i danni saranno maggiori di quelli fin qui pensati. Lo Stato non ci fa sconti nè dilazioni! E non avendo incassato saranno dolori!
Ti sei dimenticato anche quello che ci rimette nell’immediato chi sciopera, perché lo sciopero non è gratis per nessuno. Ma l’alternativa quale sarebbe: proibire lo sciopero o concedere tutto e subito alle richieste di chi minaccia lo sciopero?
Commenti chiusi.