Ha fatto arrabbiare tutti, perfino Antonio Di Pietro disponibile di solito ad appoggiare le peggio provocazioni. Beppe Grillo, alla notizia degli attentati contro Equitalia, ha detto, in sostanza, che bisogna capire prima di condannare. Grillo ha sbagliato, ovviamente. Perché la sua posizione fa pensare che , capendo, si potrebbe perfino arrivare a non condannare. Invece no. Bisogna condannare la violenza. Ma è solo un problema di precedenza. Non “prima capire e poi condannare” bensi “condannare e poi cercare di capire”. Perché è vero che Equitalia sta dando il peggio di sé. E’ vero che Equitalia sembra mostrarsi come la antica versione dello Stato gabelliere, disumano nei confronti di chiunque ma soprattutto di chi non è nelle condizioni di difendersi. Condanniamo, quindi, subito e senza alcun dubbio. Ma subito dopo chiediamoci se le tasse, che vanno pagate, ovvio, non possono mostrare un aspetto meno vessatorio. (csf)
Condivido in pieno il principio che la violenza debba essere condannata sempre e comunque. Io poi penso che anche la violenza di Stato debba subire la stessa condanna. Portare via la casa per pochi soldi di debito fiscale spesso non pagato per mancanza di mezzi è una violenza. Attendere (per esempio) sei mesi per un’ecografia promessa come servizio in cambio di tasse è una violenza, soprattutto quando a pagamento la si può ottenere il giorno dopo. Spostare di sei anni la pensione a chi stava già per andarci è una violenza. Superpagare i managers è una violenza. Costringere la povera gente ad aprire un conto corrente è una violenza. Schiavizzare gli operai nelle fabbriche è una violenza. Ecc… Violenza= ricorso abituale alla forza ed alla intimidazione, aggressività, brutalità…
Purtroppo pare che, a volte, gli imprenditori che vengono perseguiti dall’erario siano gli stessi nei confronti dei quali lo stesso erario (oppure gli enti locali, che pur sempre dall’erario sono parzialmente finanziati) rimane debitore per mesi o anni in relazione a opere, servizi o forniture appaltati e pagati a babbo morto. Ciò detto, Equitalia è un ente pubblico efficente che fa recuperare molti quattrini allo Stato. Questo, probabilmente, dà fastidio a qualcuno, specie a coloro che coltivavano il malvezzo di non pagare le multe – magari per le quote latte – o le tasse, specialmente quelle locali.
Nei rapporti Stato/cittadini dovrebbe sempre prevalere la ragione. La politica infatti ha lo scopo principale di usare appunto la ragione laddove fosse necessario. Non mi sembra che la politica abbia funzionato bene affidando a Equitalia il compito di risolvere i problemi di riscossione dei crediti delle Stato senza imporre il minimo distinguo. Forse andava bene nel Medioevo o nel perverso comportamento dello sceriffo di Nottingham della leggenda di Robin Hood, ma adesso la civiltà impone approfondimenti caso per caso secondo il normale senso logico e la saggezza del capo famiglia. Io penso che di questo passo la strada per una drammatica dittatura della prepotenza e del denaro stia aprendosi piano piano, ma inesorabilmente.
http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/posta-in-entrata-fischia-il-fisco-sostenere-che-equitalia-fa-da-polizia-fiscale-e-34097.htm
Le giustificazioni delle relazioni esterne di Equitalia sono scontate. E’ ovvio che Equitalia opera secondo legge quando esegue il mandato di recupero. Nel complesso pare però che sia possibile combinare le cose in maniera tale che la legge dia comunque ragione ad Equitalia in quanto l’onere della prova è a carico della persona caduta in disgrazia, che in ogni caso non è un evasore. E’ vessatoria poi nella norma che prevede l’anatocismo, cioè la capitalizzazione degli interessi che generando altri interessi, permette di gonfiare al massimo l’importo iniziale a favore dell’istituzione mandante. Equitalia, creatura di destra e di sinistra, potrebbe spaziare a piacere nella sciatteria delle leggi all’uopo promulgate da chi pensa che la politica sia solo un portamonete da riempire…
E’ un piacere discutere con lei. Tuttavia, rimango della mia opinione. Equitalia svolge egregiamente le proprie funzioni, e, per quanto mi riguarda, deve continuare a farlo. Il Governo però deve impegnarsi, in primo luogo, ad assicurare pagamenti solleciti e a garantire una giustizia civile celere ed efficiente, e ciò per evitare che un imprenditore si veda costretto, per non chiudere, a omettere il versamento di imposte e contributi pur essendo creditore di somme, anche ingenti, da enti pubblici o da privati. Dovrebbe anche cessare l’insostenibile spreco di risorse finanziarie che si consuma nel settore pubblico. Ad esempio, andrebbe posto un freno al proliferare di ruoli dirigenziali, lautamente retribuiti, posti al vertice di uffici francamente inutili.
Signor De Simone, nella sostanza sono d’accordo con lei con la sola divergenza in merito ai metodi adottati sulle riscossioni da Equitalia. Io sono convinto che se venisse modificata la legge, eliminando per esempio anche solo l’usura che di fatto è imposta dalla stessa legge sui crediti delle istituzioni pubbliche, anche i lauti guadagni di Equitalia, leciti intendiamoci secondo appunto gli oscuri meandri permissivi della norme attuali, sarebbero limitati ad importi più consoni alla realtà e soprattutto alla consistenza dei meri debiti fiscali non pagati o pagati in ritardo, con maggiore soddisfazione del buon senso comune e pertanto di tutta la società italiana. La giustizia, secondo il mio parere, dovrebbe essere sempre direttamente proporzionale alla gravità dei danni causati.
E’ vero: una norma del genere potrebbe senz’altro rasserenare gli animi. Vedremo cosa deciderà il Governo.
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