da Giorgio Goldoni
Un paese che vive ben aldisopra dei propri mezzi, un paese che è abituato a prendere e a non dare, e che, quando il tasso alcoolico aumenta, diventa incredibilmente aggressivo. Dopo aver distrutto la nazione libica – insieme ai compagnucci francesi – ora il Regno Unito si è dichiarato pronto a sferrare il primo attacco (nucleare?) all’Iran, forse inconsapevole del fatto di incendiare in questo modo tutto il Medio Oriente.
Anche altri sembrano in gioco. Tra l’altro se ne fregano delle conseguenze: http://www.dirittodicritica.com/2011/11/08/iran-nucleare-guerra-israele-28911/?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+Dirittodicritica+%28Diritto+di+critica%29&utm_content=FaceBook
Giusto, potremmo continuare a trattare sulle armi atomiche, attendendo che Ahmadinejad e i suoi degni compari portino a termine quello che predicano da anni : lo sterminio di tutti coloro che sono di religione ebraica. Poi prometteremo che mai più succederà.
Claudio, ci deve essere un difetto nel sito. Goldoni che è contrario ad attaccare l’Iran e Mai che è a favore… devono essersi scambiati i nomi per sbaglio… (non arrabbiatevi, è una battuta ovviamente…). Comunque, nel merito, sono d’accordo con Goldoni stavolta. Quindi, previste nevicate nella seconda metà di Novembre. Forti.
Non voglio che nessuno bombardi nessuno, ma credo che se a parole non dissuado chi mi vuole eliminare fisicamente mi resti una strada sola.
Per ora, l’unica cosa che ci consola, che ad usare il nucleare – due volte e su popolazione inerme e civile – sono stati coloro che si definiscono i paladini della Democrazia. Gli altri, per ora, hanno usato solo le parole. Come si dice: can che ….ecc.
La nostra crisi, politica ed economica, deriva anche dalle guerre promosse da altri a cui siamo costretti a partecipare, impiegando molte risorse che potrebbero essere, invece, rivolte allo sviluppo!
E’ proprio così signora Guarini. Dopo avere passato l’800 e il ‘900 fra una guerra e l’altra, l’Italia si è come drogata di conflitti e adesso senza guerra non ci può più stare. Per farla comunque, nonostante il divieto costituzionale, e nel contempo per tacitare i gonzi creduloni, le ha cambiato perfino nome: missione di pace. E inoltre quale sviluppo può esserci in un Paese civile dove i prezzi in euro crescono ogni giorno, dove gli stipendi sono ancora pagati in lire, dove gli esami del sangue costano oltre 60 euro di ticket, dove si è sviluppato il mercato delle ricette, nel senso che più se ne fanno più le amministrazioni pubbliche ci guadagnano?… Il passo indietro lo stiamo facendo noi e molto lungo, devo dire. Niente guerre, quindi, e più sociale, così si amministra un Paese.
Almeno stavolta siamo tutti d’accordo. Dopo le armi di distruzione in massa dell’Iraq, arriva l’atomica dell’Iran… salvo tardie ritrattazioni.
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