da Carla Bergamo, S. Paulo
Non so che nome avesse, nemmeno la sua età… è morto volando dal ventunesimo piano di un edificio di appartamenti di lusso, in fase di restauro. Il suo piccolo corpo è rimasto al freddo di una lugubre serata d’inverno paulistano, coperto da un leggero panno bianco, che il vento ha poi sollevato senza pietà. Dalle quattro e mezza del pomeriggio fino a circa le dieci di sera è rimasto là, nel patio del palazzo, davanti all’apparente indifferenza degli abitanti. E mentre lui giaceva solo, pensavo alla sua famiglia, sempre che ne avesse una, qui in città. Magari la sua famiglia sta tutto nel Nordest, così lontano… Oggi nessuno lavora, nell’edificio, e al posto del corpo c’è della sabbia. E io non riesco a fare a meno di essere triste e indignata, per la sua morte, e per com’è stato trattato dopo. Mi chiedo: sarebbe successo lo stesso se a cadere fosse stato un abitante del condominio?
Nessun commento.
Commenti chiusi.