da Gianni Guasto
Ne Il Disagio della Civilità, Freud scrive che, uscito dallo stato di natura, l’Uomo delegò alla collettività l’uso della forza, proibendola al singolo. Nacquero così gli Stati: dotati di leggi, di eserciti e di polizie, istituzioni che, a prescindere dall’uso buono o cattivo che se ne può fare, sono di per sé irrinunciabili. La notizia dell’ennesima lite mortale fra automobilisti, nella quale uno “sgarro” (un sorpasso tentato o negato) viene “punito” con l’inseguimento del “colpevole” successivamente investito intenzionalmente e trascinato sotto le ruote, diventa un regolamento di conti in base all’immaginaria infrazione di una legge che nessuno ha scritto né tantomeno sottoscritto, e nell’assoluta ignoranza di quella Legge che tutti riconosciamo e in base alla quale regoliamo i nostri rapporti reciproci. Ciò significa una sola cosa: nella coscienza di molti, lo Stato è semplicemente estinto, oppure non è mai esistito. Qual è la causa di tutto ciò? E quanto lo pagheremo?
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