da Giorgio Goldoni
Sulle strade è una battaglia continua tra le due e le quattro ruote. I centauri, incuranti di divieti, impartiscono lezioni stizzite agli automobilisti: è nato il filosofeggiare da semaforo, la ramanzina da senso unico, e qualche volta ci scappa il morto ad infrangere il mito della invulnerabilità dei centauri.
Goldoni, finalmente: siamo d’accordo su qualcosa! I centauri sono investiti dalle amministrazioni pubbliche del ruolo di salvatori dell’umanità ingorgata: e per questo sono ormai convinti di potere tutto, e che il Codice della Strada non valga per loro. Sono come l’acqua durante le alluvioni: devono passare a tutti i costi e per ogni pertugio libero, a destra e a sinistra, sopra e sotto, sorpassando in curva e in terza posizione. E, naturalmente, nella corsia contromano. Se fai una manovra in uno spazio ristretto, poi, loro ti vengono sotto e ti sottraggono il poco disponibile. Perché devono passare: la loro priorità è al di sopra di tutto; anzi, è una missione. A volte, quando piove, prendono la macchina, e allora li riconosci dall’impennata. Al ministero sono allo studio provvedimenti per permettere loro di correre contromano anche in autostrada. Io sono d’accordo.
Come ex motociclista, credo che i due scritti del Sig. Guasto e del Sig. Goldoni riproducano i soliti pregiudizi e luoghi comuni degli automobilisti perfettini che, una volta al volante, vedono tutto ciò che scorre attorno a loro (e alla loro auto) come negativo ed insopportabile: pedoni, ciclisti, scooteristi, motociclisti… camionisti: tutti contro di loro. Certo, ci sono i motociclisti maleducati, quelli incoscenti, quelli disgraziati, ma sono proprio tutti così? Io in moto ho fatto più di 200.000 Km. ed ho avuto un unico incidente, provocato da un automobilista che non ha rispettato uno stop. Che cosa dovrei dire degli automobilisti? Tutti da condannare? Ma non hanno mai provato ad andare in moto, e vedere dalla sella, certe manovre criminali dei signori della quattro ruote?
Marchisio, le sue argomentazioni sono pretestuose. Io non ho parlato né di camionisti, né di pedoni, né di ciclisti: è inutile che mi faccia dire cose che non dico. Ma se viene a Genova vedrà con i suoi occhi che l’infrazione delle regole del Codice da parte dei motociclisti è un fenomeno di massa. Le auto infrangono sì, anche in maniera, come dice lei, criminale, ma singolarmente. Qui, invece, sull’Aurelia, alla sera c’è la fila contromano, e l’unica volta in cui il Comune, grazie alle telecamere, ha cercato di farsi pagare le multe da loro, hanno bloccato il centro per protesta per ore.
Caro Gianni, caro Marco, caro Giorgio, da ex motociclista lasciatemi dire che ha ragione Gianni. Solo che state facendo una drammatica confusione. Una cosa sono i motociclisti, ai quali si riferisce Marco, una cosa sono i motorinisti, ai quali si riferiscono Giorgio e Gianni. I motorinisti sono una setta e come tutte le sette pensano di avere leggi e regolamenti loro. E hanno ragione. A loro è demandato il compito di risolvere i problemi del traffico. Ma ogni rivoluzione ha le sue vittime e non ha senso protestare. Il motorino va contro mano. Il motorino non ha marmitta. Il motorino supera a destra. Il motorino non mette la freccia. Il motorino supera in curva e anche dove c’è la doppia striscia. Il motociclista è altra cosa. Molto spesso è persona ponderata e riflessiva. Tranne quello che percorre la domenica le strade del mio Trentino piegando come fosse Valentino Rossi. Corrono come pazzi, al centro della strada e anche a sinistra della strada. E muoiono anche.
accetto l’appunto di csf. Ha perfettamente ragione. I motorinisti si comportano come le formiche: passano sopra ogni cosa, pur di arriavre al formicaio, e se qualcuno ogni tanto si perde, l’importante è che sopravviva la specie. Quanto ai “manici” che piegano ad ogni curva alla Vlentino Rossi, sono appunto quelli che costellano i guard rail di altarini di fiori di plastica (alla memoria).
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