da Gianni Guasto
Al Sen. Tedesco, che tra breve godrà le meritate vacanze sotto un ombrellone o fra le cime innevate, si consiglia, quale lettura estiva, “L’Apologia di Socrate”, di Platone. E’ la storia di un processo condotto ingiustamente contro un uomo innocente (veramente, dal momento che aveva il vizio di scassare i cabasisi agli Ateniesi con sciocche questioncelle morali, innocente fino a un certo punto) il quale professava la bislacca idea che alle leggi (e quindi ai giudici) bisogna obbedire sempre e comunque, a meno che non ti costringano a commettere empietà. Infatti, affrontò serenamente la morte, rifiutando la fuga che i suoi amici gli avevano preparato. Ma è roba che ha duemilacinquecento anni: molto vecchia, come ognuno può vedere.
“O Critone, noi siamo debitori di un gallo ad Asclèpio: dateglielo e non ve ne dimenticate”
Proprio così. Quando si dice la precisione.
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