da Muin Masri
Oggi sono esattamente diciannove anni che non torno a casa, l’ultima volta doveva essere un piacevole viaggio di nozze, invece è stato un salto nel buio e per tredici giorni sono stato trattenuto nel commissariato della polizia militare. Potevo camminare, mangiare e fumare ma niente sesso o qualcos’altro d’umano. Oggi sono esattamente quattordici anni che non prendo un aereo, l’ultima volta è stata quando è nata mia figlia. Da quel giorno un misto d’amore e di paura si è impossessato di me. Posso camminare, mangiare, fumare e fare sesso ma non staccarmi da terra o qualcos’altro di disumano. A breve e con un volo diretto Milano-Tel Aviv andiamo a trovare la nonna. I ragazzi e la nuova sposa, così come la nonna, sono già al settimo cielo. Io, tra il volo immaginario e il ricordo del commissariato di polizia sono già diventato vecchio. Rifletto, cammino, mangio, fumo e basta. Saluti o forse addio… tutto dipende dalla circostanza!
Caro Stucchi, se vuoi ti posso presentare qualcuno che è stato parecchi giorni in un carcere israeliano soltanto perché lo si voleva “convincere” a fare la spia.
No Guasto, le avventure romanzate di viaggio di persone che non conosco mi annoiano.
Il tuo dramma, caro Stucchi, è che vivi nella casina della Barbie, e chiami “storie romanzate” le tragedie.
Tragedie? Suvvia, non esageriamo. Grossisima scocciatura, ne sono certo, ma alla fine ne è uscito. Scusa, Gusto, ma ti sembra plausible che per ottenere la collaborazione di Tizio o Caio lo si sbatta in galera prima? E che poi, non avendo ottenuto ciò che volevano, lo lascino andare, libero di raccontare ciò che voleva? Come scrittore di romanzi di spioni non sei abile. Cerca una trama più credibile.
La vita reale è ben diversa dai romanzi di cappa e spada. La trama è sempre più tragica e meno romanzata…e il lieto fine raramente è la realtà.
Secondo me il sig.Bruno Stucchi se la prenderebbe pure con la sua immagine riflessa. Il perché il sig.Muin Masri sia stato rattenuto in un commissariato di polizia militare è un fatto della sua vita privata che amichevolmente ci ha voluto raccontare e come tale lo dovremmo considerare senza pretendere da lui tanti perché o per come. Del resto, con l’aria che tira da quelle parti, mi sembra perfino un atto normale per una amministrazione impelagata in quotidiani conflitti, approfondire i motivi che inducano una persona a rientrare in patria dopo alcuni anni “non controllati” di permanenza all’estero. In Italia, peraltro, tratteniamo in carceri disumanamente stracolmi persone in attesa di giudizio (15 mila?). Perché per loro non esiste la presunzione d’innocenza fino al 3° grado?
Il carcere di massima sicurezza d’Ivrea è composto così: al primo piano alloggiano i detenuti comuni, al secondo i collaboratori di giustizia e al terzo piano i criminali socialmente pericolosi. La stanza destinata alla redazione del giornale “L’alba” si trova sotto il tetto e ci si arriva o tramite la scala o l’ascensore. La scala è più sicura. Sono stato invitato un paio di volte dal capo redazione (un giornalista esterno). Ero perplesso, il sabato mattino è dedicato al giro lungo in bici e alla colazione abbondante in famiglia, pazienza. Due cose mi hanno colpito: la massicce presenza delle zanzare in pieno gennaio e alla mia domanda sul perché hanno accettato di lavorare al giornale “L’alba”? Perché questa è l’unica stanza con la finestra dove la luce può entrare liberamente.
Te lo ripeto, Stucchi: tu vivi nella casina di Barbie, e credi che tutto il mondo sia il bar sotto casa tua.
Dai Guasto non metterla giù dura, tutto il mondo è paese. Alle frontiere fan il loro lavoro che è anche “prevenire”. Hai mai fatto check-in in Cambogia, Malesia, Thailandia? Zitti, in fila e sguardo basso. Immagina un paese come Israele vent’anni fa, sempre in allerta per attentati. Anche una risposta non opportuna, magari dettata da stanchezza può insospettire e indispettire qualche addetto alla sicurezza. Se poi ti presenti in kefiah e magari alzi la voce. A Sharm El Sheik, anni fa dopo gli attentati, un mio amico ha perso il volo di ritorno, trattenuto perchè aveva ribattuto verbalmente alle insistite attenzioni di un addetto alla sicurezza alla fidanzata. Portato in saletta attesa finchè l’aereo non fu partito e poi lasciato andare. Tornato dopo tre giorni. Son soddisfazioni.
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