da Carla Bergamo, S. Paulo
Alcuni commenti sul voto degli italiani all’estero sono stati come un pugno nello stomaco. Viene messo in discussione il mio diritto al voto, solo perché vivo all’estero e non pago le tasse in Italia? Vorrei fare notare a tutti voi che, pur vivendo all’estero, la mia patria rimane l’Italia, dove, tra l’altro, ho parenti e amici, che mi spingono a votare sempre e comunque, perché m’illudo di contribuire a rendere migliore la loro esistenza. E se tra qualche anno dicidessi di tornarci, in Italia, vorrei che fosse un paese migliore di quello che è adesso. Credetemi, molti di quelli che hanno il passaporto italiano per convenienza non si preoccupano di votare. Ma chi lo fa, partecipa, e molto più di tanti italiani residenti e contribuenti. Sarà che chi difende il voto degli immigrati è lo stesso che vorrebbe toglierlo agli emigrati?
Beh Grondona, hai fatto male a non consultare Google, sei sempre in tempo però. La guerra d’indipendenza americana è cominciata da quello. In altri termini: gli expat inglesi in America erano stufi di pagare tasse senza avere rappresentanti nel governo. Qui invece è il contrario: gli expat non pagano tasse ma ESIGONO di avere rappresentanti al governo. Bizzarro.
Signor Stucchi! Anch’io, come Agata stupisco. Che c’entra la rivoluzione americana per l’indipendenza dagli inglesi con il diritto di voto degli italiani residenti all’estero. Non fanno mica parte di una colonia da noi sottomessa. Sono cittadini italiani come noi che hanno lo stesso nostro diritto di contribuire alla vita sociale italiana alla quale potrebbero tornare un giorno o l’altro. Certo se qui si instaurasse un altro regime fascista, le speranze di ritorno sarebbero davvero compromesse. Forse per sempre. (…)mi scusi presidente ma ho in mente il fanatismo delle camicie nere al tempo del fascismo da cui un bel giorno nacque questa democrazia che a farle i complimenti ci vuole fantasia io non mi sento italiano ma per fortuna o purtroppo lo sono (…) Grande Gaber!
Grondona. Sono stufo. Per pricipio insisto nel sostenete che i migranti (uccelli?) che non hanno più nessun interesse in Italia non possono esigere di avere voce in capitolo su ciò che succede nella loro ex-patria. Punto fermo e a capo. Per il resto, ti ricordo che questa bischerata di legge fu voluta dall’ ultrafascistissimo mai pentito Tremaglia. Come puoi difendere una legge fascista?
Signor Stucchi. Le idee non si discutono, si possono però confrontare. Soprattutto si rispettono e almeno qui spero di essere d’accordo con lei. Il fascismo non predicava il voto libero, ma al contrario lo guidava tra un bicchiere di olio di ricino e l’altro. Siamo lì lì per provarne ancora l’ebrezza… Cordialità. Provi ora a divertirsi con qualcun altro, forse si stancherà di meno.
Leggo questo post con colpevole ritardo, comunque qualcosa vorrei dire. C’è chi afferma: chi vive all’estero non ha diritto al voto (Stucchi); ribatto: a mio parere sono molti di più quelli che pur vivendo in Italia di votare non sarebbero degni. Una affermazione personale e provocatoria che ha la stessa identica valenza di quanto affermato da Stucchi.
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