da Alessandro Ceratti
Il signor Urso, da buon dalemiano ha torto, glielo si dimostra, non ammette di averlo perché non capisce e rimescola le carte. Per venire a un punto conclusivo occorre dunque un po’ di acribia. Quindi, ricapitolando, come in fin dei conti lo stesso Urso ammette, non si deve guardare il vocabolario ungherese o tedesco o qualunque altro come invece suggerito un po’ saccentemente dal signor Urso in un primo momento. (Dove peraltro, occorre dirlo, troveresti le parole scritte nell’alfabeto in uso per quella lingua). Ma si guarda quello italiano, come alla fine lo stesso Urso si risolve a fare. Il quale, essendo la parola di origine straniera, riporterà una grafia mutuata da qualche altra lingua. Ma quando sul Devoto-Oli troviamo “Gulasch, dal tedesco”, stiamo parlando della lingua italiana e non del tedesco.P.S. Credete che il signor Urso ammetterà e mi darà ragione? Non conoscete i dalemiani!
Questo dibatito è sempre più interessante. Speriamo che finisca per l’anno nuovo (csf)
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