da Sandro Torrini, Firenze
Ma che avranno da esultare? Il progetto originario del Pd (l’alleanza del post-comunista con il post-democristiano è praticamente fallito). Un partito che si avvia a tornare indietro (ai Ds) per riscoprire la formula della coalizione allargata, cioè l’Ulivo. Il voto che ha decretato il successo di candidati come Pisapia a Milano, De Magistris a Napoli, Zedda a Cagliari e molti altri è una pietra tombale sul Pd come ce lo avevano narrato i suoi fondatori. Vincono candidati imposti da altri. Le minoranze diventano maggioranze, restringendo lo spazio politico dell’opposizione di ieri. Pisapia ha vinto con l’appoggio del sindacato della Cgil e la sinistra vendoliana. Provate a immaginare un loro programma di riforme economiche e sociali: meno flessibilità del lavoro, spesa pubblica e tasse. Esattamente il contrario di quanto propongono Casini e Montezemolo, che diverranno decisivi a destra. Ora la situazione è francamente disperata, almeno a Milano. Molto difficile riuscire a perdere così tanto vantaggio e consenso in sole due settimane, ma i berluscones non devono disperare. Ieri sera, quasi a voler segnare subito un’immediata inversione di tendenza, è ricomparsa la Finocchiaro…
Vorrà dire che questo stato di cose metterà finalmente ordine fra destra e sinistra Finalmente i Casini, i Fini, i Moderati, torneranno da dove sono venuti! (vogliamo metterla così?)
E’ vero, a sinistra ognuno fa un po’ come gli pare, ma nonostante tutto hanno tenuto botta. A destra – Milano docet – si fa solo come dice il Cavaliere e si sputtana tutto. Una volta uscito di scena Berlusconi, nell’area di centro-destra rimarra’ solo la Lega.
In questo catastrofico avvenire, con riforme da immaginare, che si prospetta per Milano, se dovesse vincere Pisapia, ci si dimentica Bologna e Torino: come mai in queste città si continua a prediligere la sinistra, anche cambiando sindaco, eleggendoli sempre al primo turno? Forse lo stantio ritornello che B. ripete continuamente che solo lui può – si fa per dire – governare e che le sinistre sarebbero un disastro sia come amministratori che come governo, è un auto training per convincersi di una realtà che più irreale non potrebbe essere.
La sinistra forse ha trovato l’antidoto, la formula misteriosa e risolutiva capace di spazzar via tutte le malinconie accumulate in tutti questi anni: cercare di vincere le elezioni. E’ facile, basta prendere qualche voto in più dell’avversario. Semplice, ma è la lezione numero uno per il partito degli apocalittici: invece di evocare foschi scenari, sbirciare da toppe e patte, bisogna industriarsi per creare alleanze ad avere più consenso popolare. Si chiama democrazia. E (talvolta) funziona. Poi governare il paese (minuscolo voluto) è un’altra cosa, caro Urbani. A sinistra, da esperienze passate, con le ammucchiate non è che fanno tanta strada.
“Provate a immaginare un loro programma di riforme economiche e sociali: meno flessibilità del lavoro, spesa pubblica e tasse” Chiedo scusa ma che riforme economiche e sociali può fare un sindaco?
L’egemonia del ben governare non è un dono divino riservato alla destra. Un chiaro esempio di scempio, parentopoli, clientarismo spinto e improvvisazione disastrose se ne ha a Roma con la giunta Alemanno, soprannominato ormai Aledanno. Sono convinto che il buon governare sia nella capacità degli uomini e non nel loro colore politico. I giudizi diamoli a loro dopo i fatti, negativi o positivi che siano, non a priori sulla loro appartenenza politica. Ma soprattutto non confondiamo le amministrazioni del territorio con i compiti e doveri di un governo, che sono due cose completamente distinte.
Caro Torrini, in tempi di vacche magre, ognuno si consola come può. Voi lo fate inveendo contro chi non ci sta a considerare alcuni più uguali degli altri, anche perché se Prodi mostrasse la patta a una minorenne sono sicuro che lei sarebbe molto meno disposto a perdonarlo, di quanto non lo sia con il macho di Arcore. Io invece mi consolo così: nel momento in cui B. ha avuto una maggioranza bulgara (mai vista prima nella storia repubblicana) e un’opposizione inesistente è cominciata la sua discesa a rotta di collo. Di chi la colpa?
“Di chi la colpa?”… dei soliti ignoti!
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