Parte della notte la passo con Filippo, una delle due guide (l’altra è Maurizio), nel tentativo di configurare la stampantina a batterie che mi servirà per il primo collegamento con “Un giorno da pecora” che continuerò a condurre anche durante la marcia della pancia. Alla fine ci riusciamo e andiamo a letto felici. La mattina partenza per Cingoli dopo una colazione fatta di marmellate, brioche, burri, mieli, roba che diabetici e obesi dovrebbero considerare il loro peggior nemico. Ma noi ci sentiamo autorizzati sicuri che smaltiremo il tutto. Le dietiste ci sgridano. Le dietiste ci sgridano. Io mi fermo dopo 10 km per fare il collegamento con Giorgio Lauro. Puntata con Ornella Vanoni. Qualche difficoltà (stampante, computer, collegamento skype, due cellulari, microfono, cuffie) ma alla fine tutto bene. Il collegamento mi consente di risparmiare 12 chilometri. Ma non la salita finale per Cingoli. Media di oggi 4,6 km all’ora. Otto ore e mezza di camminata. Vesciche in aumento. Fa capolino qualche tendinite. Cominciamo a fare amicizia. Con Paolo, che viene da Vulcano. Con Vincenzo, che si occupa di gruppi di acquisto. Con Donatella che, mentre tutti noi temiamo di ingrassare, ha il problema opposto. Italo, il dottore, mi pianta un ago nella pancia, ci collega un sensore che trasmette ad un registratore i miei valori glicemici minuto per minuto. Ho già una macchinetta fissata sul braccio che registra i miei consumi energitici. Sono una cavia umana. Lo faccio per la scienza. Il meteo diceva pioggia. Ma niente pioggia.