da Vittorio Grondona – Bologna
Ciò che si perde di vista nei vari discorsi sui processi è il reato commesso. C’è un furto? Se non si “pesca” sul fatto l’autore è giocoforza incominciare ad indagare tutti i “presunti innocenti” che rientrino anche solo per mera circostanza nella cerchia del furto stesso. Io penso che non ci dovrebbero essere leggi ad hoc di impedimento alle indagini finalizzate alla scoperta dei colpevoli. Per svolgerle sarebbe più che sufficiente una motivata valutazione nei limiti costituzionali degli Organi di Stato a ciò preposti. Il Cavaliere dovrebbe provare nei processi che lo coinvolgono di essere un perseguitato. Gli avvocati ce li ha in abbondanza, tutti strapagati da lui ed anche dai cittadini in quanto per lo più sono stati opportunamente nominati deputati direttamente da lui stesso. Del resto una persona che dal nulla, e senza avere inventato nulla, sia riuscito ad entrare nella rosa degli uomini più ricchi del mondo, dovrebbe dimostrare ai cittadini dubbiosi di avere agito nella massima legalità. Il fisco, per esempio, si chiede pure come mai un contribuente professionista da 25.000 euro all’anno, giri spavaldamente in Ferrari… Vuole sapere la provenienza dei soldi. E fa bene, soprattutto in Italia, dove le tasse sono pagate all’80% dal lavoratore dipendente!
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