da Giorgio Goldoni
Tunisia, Egitto, Libia….. stiamo preparando lo spazio operativo, la residenza ideale, la pista di lancio per un mai estinto fondamentalismo islamico, sempre più rampante ed aggressivo. La ricompensa: alla Francia il petrolio libico, a noi i profughi, i clandestini, gli spacciatori, i terroristi.
A Roma in questi giorni è comparso un manifesto della destra estrema, precisamente cita” Alla Francia il petrolio libico, a noi i profughi, i clandestini, gli spacciatori, i terroristi.” Non è originale.
e comunque è una battuta di Crozza. Ma se invece perlomeno le insurrezioni egiziana e tunisina non fossero jihadiste? E se fossero la sete di democrazia di giovani che hanno capito come si vive in occidente (ancora per poco)? E’ proprio così difficile uscire dagli schemi prefissati?
Il fondamentalismo religioso prolifera dove regnano miseria, ignoranza, violazione di libertà politiche e civili. Lo si combatte incentivando il benessere e la democrazia. Promuovendo la cultura, anche. Ma in Tunisia, Libia ed Egitto esiste già una vivace comunità di intellettuali. E ci sono molti giovani che hanno voglia di costruirsi un avvenire migliore e, infine, di essere liberi e felici. Come noi nel secondo dopoguerra. E, come noi, anche loro, prima o poi, abbandoneranno gli idoli religiosi e sposeranno gli idoli del consumismo.
L’ha detto anche Guasto, era già una battuta di Crozza. Ma poi, secondo lei Goldoni, i ragazzi che sbarcano a Lampedusa in sneakers e smartphone le sembrano giovani intrisi di “fondamentalismo islamico, sempre più rampante ed aggressivo” o sono molto piu’ simili ai giovani italiani che se ne fregano della religione? A me sembra che già in molti abbiano sposato gli idoli del consumismo.
Profughi, clandestini, spacciatori, terroristi sono alcuni dei rischi della guerra. Ma non sono i peggiori. Il male più grande che squalifica l’umanità è quello di dare il via libera alla morte di falciare teste a destra ed a manca senza pietà. Il petrolio ed i tiranni non possono in nessun caso giustificare un tale devastante macello. Per fortuna possiamo ancora comprare civilmente il petrolio ed i tiranni, come da sempre è successo nella storia, prima o poi finiscono per cedere alla ribellione naturale del loro popolo. Interferenze esterne nei conflitti interni finiscono spesso in una nuova sudditanza ai voleri dei vincitori. Raramente, infatti, in tali casi si sfocia nella democrazia, soprattutto quando sono in ballo enormi interessi economici. Questo è quello che penso io!
Non conosco il giornalista, Thomas Mountain; ho trovato il suo nome su un sito brasiliano e propongo il suo articolo sui bombardamenti in Libia. Un altro punto di vista, un’altra campana. Ma è interessante. Però è in inglese. http://www.countercurrents.org/mountain220311.htm
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