da Gianni Guasto
Da quando è Premier, B. ha sempre pronunciato a strafogare la parola “amico”: amico Bush, amico Putin, amico Gheddafi. Con Obama ci aveva provato, ma quello non sembra esserselo filato molto. Con Sarkozy, una volta che gli sussurrava nell’orecchio con quell’eterno sorrisetto da avanzo di balera, avevamo temuto che gli stesse chiedendo come lo fa quella grangno della moglie. Ora Sarkò non è più tanto amico, e Gheddafi sta prendendo un sacco di botte. Ma dico, per una volta che il famoso aumma aumma di B. poteva servire a qualcosa, un minimo di mediazione non poteva farla? Ora siamo in una situazione che comunque ci si muova si sbaglia: non si poteva certo aspettare una nuova Srebrenica a Bengasi, ma d’altra parte, le guerre si sa come e quando cominciano ma nessuno può prevederne l’esito. E allora? Non ci si poteva pensare prima, con qualche baciamano di meno o rinunciando ad alimentare l’idea di fargli fare il lavoro sporco con tutti i dannati della terra purché non venissero qui? E dopo, visto che erano stati tante volte assieme a signorine, in nome delle vecchie scorribande non poteva dirgli una parola, un consiglio alla prudenza? Invece niente. Ah già, ma quella è politica, mica cazzeggio.
L’amico di tutti è il classico “Jolly”.
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