da Giorgio Goldoni
Se volete seguire in diretta il dipanarsi di una situazione terribile come quella giapponese abbandonate la schizofrenica CNN dove la situazione giapponese ( e mediorientale) presentata in tutta la sua brutalità contrasta con la assordante pubblicità di un mondo che non c’è, e seguite il canale giapponese internazionale in inglese. La compostezza e il dominio della situazione sono una grande lezione per paesi “emotivi ” come il nostro. No al nucleare in Italia? Ma noi ci siamo già dentro fino al collo, importiamo energia da tutti i nostri vicini nucleari che hanno centrali buone o malandate a un tiro di schioppo da noi, e non hanno nessunissima intenzione di dismettere la loro attività.
Vero, ma Francia, Germania ed Inghilterra (ad esempio) non sono paesi a rischio sismico come l’Italia. Il punto è tutto qui. E poi, dove le mettiamo? Cota – tanto spavaldo un anno fa – si è già tirato indietro.
Lei, signor Goldoni, saprà sicuramente che in ogni caso dovremmo importare la materia prima per far funzionare le centrali nucleari… Noi non abbiamo nulla e quindi se non è zuppa è pan bagnato. Sempre dagli altri dovremmo dipendere fino ad esaurimento scorte. Dia retta, manteniamoci almeno la prerogativa, peraltro non indifferente, di non installare sul nostro territorio dei mostri ancora non completamente conrollabili. In caso di un evento disastroso, chi ci potremmo mandare sul posto, la ministra Prestigiacomo o o il minisro Romani? Scelga lei!…
In Germania si è manifestata la’idea di chiuderla e incrementare le fonti alternative. Da noi a queste si è pensato bene di togliere ogni incentivo. Da Cota una ilare e patetica dichiarazione: “Dire no al nucleare sarebbe ipocrita con le centrali francesi al confine, ma in Piemonte non ci sono le caratteristiche adatte per un nuovo impianto”. Capito? Dico si perché qui non possono farle!
http://www.repubblica.it/politica/2011/03/16/news/governatori_atomo-13664271/index.html?ref=search
Meglio così, Goldoni. Meglio che siano i Francesi a gestire l’atomo. L’idea che a costruire le centrali sia Anemone con la competente e disinteressata supervisione di Verdini e l’appoggio di Gasparri, non mi lascia dormire.
Forse, Goldoni. Ma in un paese dove l’edilizia viene fatta come a l’Aquila e la gestione delle scorie sarebbe fatta, probabilmente, come a Napoli, una centrale atomica è meglio non averla. Per farla crollare non sarebbe neanche necessario un terremoto da 9 Richter: basta Ferrara che inciampa e cade.
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