da Luca Serpieri
La proposta delle classi differenziate è stata accolta con alte grida di dolore e accuse di segregazionismo. Certo, se di guarda la cosa dalla prospettiva del bambino straniero, potremmo avere qualche perplessità. E se provassimo invece a guardare la cosa dal punto di vista di un bambino italiano? Stare in una classein cui buona parte degli allievi non capisce nemmeno la lingua dell’insegnate è veramente formativo per quelli che la capiscono? Chi siamo noi, che diritto abbiamo noi, di sacrificare la preparazione di chicchessia all’altare della integrazione razziale? Non possiamo dire, con altrettanta correttezza politica, che ogni bambino, quindi anche ogni bambino italiano ha DIRITTO di ottenere un’istruzione adeguata? E nessun bambino, mai, deve diventare uno strumento nella mani degli adulti per risolvere i problemi della società?
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