da Valerio Morucci
Caro Claudio, nonostante le tue giacobine frequentazioni, dubito assai che anche tu possa cadere vittima della sindrome forcaiolesca che vorrebbe risolvere con la galera i guai della nostra zoppicante democrazia. Ma, considerata l’insistenza di chi finge di non aver capito che l’illegalità è l’odierna e futura cifra di sopravvivenza della politica, degli affari e di tutta la baracca, potresti rinfrancarti maggiormente nel tuo spirito tollerante, ma non per questo meno salace, ripassando nel mio ultimo libro, “Patrie galere”, quanto sai di carceri. Tanto per rafforzare l’opinione che la galera è meglio non raccomandarla. Non foss’altro perchè, a parlarne troppo e pubblicamente, si rischia di darla per scontata come panacea di tutti i ‘mali’. Dagli imprenditori truffaldini datisi alla politica, ai politici corrotti di per sé, per finire ai rom, ai negri, alle puttane e loro clienti e, un prossimo domani, ai giornalisti rompicoglioni, con votazione bipartisan.
Caro Valerio, hai quasi ragione. Io rimango abbastanza convinto che con la galera non si risolvono i guai della democrazia però non si può nemmeno differenziare quelli che i possono andare e quelli che invece no. Se ci va il tossico (meglio, finché ci va il tossico) ci deve andare anche Previti. Non si parte come sembreresti sostenere tu, da politici corrotti per finire ai rom. E’ il contrario. (csf)
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