da Valerio Morucci
Della carcerazione fatta subire a Moro, e dell’effetto straniante nel ritrovarmi dalla parte dei carcerieri, ho scritto in un mio libro del 2004. Qui lo spazio è poco. Quanto al ‘puzzolente odore della polvere da sparo’ non so se un blog debba essere necessariamente luogo di approssimazione. La rete potrebbe rappresentare serbatoio di formazione/scambio di pensiero/opinione altri dal melting pot del nulla offerto dai mass-media. Se però vi si fanno circolare senza alcuna cura opinioni affrettate ed epidermiche rischia di essere soltanto un’appendice delle chiacchiere da coda all’ufficio postale. Andrebbe forse ricordato che il primo puzzolente odore sentito da quella generazione è stato quello della dinamite delle bombe delle stragi. Quanto a quello della polvere da sparo andrebbe invece ricordato – a tutti quelli che riducono la storia della conflittualità in Italia alle BR – che prima di Moro, e cioè nel ’77, quell’odore proveniva ogni sabato dalle piazze italiane, dove moltitudini di giovani armati assaltavano la voglia di un altro mondo scaricando le pistole contro la polizia. Quella ‘insurrezione’ e quel movimento, ancora troppo caratterizzati dall’andare contro e meno dall’andare verso, si stavano già esaurendo quando è arrivata la mazzata definitiva del sequestro Moro. Che ha spostato lo scontro a una guerra tra due apparati avulsi dalla realtà sociale. Il Partito Combattente e lo Stato. Ma anche per questo lo spazio è poco. Perchè il vizio del contro anzichè del verso è ciò che ancora blocca, oltre che i cervelli, ogni possibilità di alternativa. Ne ha accennato Lina Arena.
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