da Roberto Pellicciari Prima la Grecia. Poi il Portogallo e la Spagna. Poi l’Irlanda (si deve dire PIGS, non PIIGS, che diamine, sennò toccherebbe anche a noi, fiuuuu!). Quindi il nuovo premier britannico evoca sacrifici contro un tracollo della Gran Bretagna, la Francia non se la passa tanto bene e, come la Germania e tutti gli altri, “ha fatto un piano”. Ma ecco una ventata di sbieco, ecco uno strillo, perché interviene l’Ungheria, a reclamare il suo posto nella mota. Stamane c’è il Giappone, che se ne stava quatto, quatto. Altri ne verranno nei prossimi giorni, stiamo pur certi, son tutti in sala d’aspetto, pustolosi e febbricitanti. Noi per ora sediamo in panchina, o meglio in panca, sopra o sotto, purché si campa, la nostra è terra di Santi. Si salva la Cina, laboriosa, risparmiosa e parca. Che però ha prestato i suoi soldi agli USA, sai che roba. Meglio se fanno un piano anche loro, i cinesi, che forse dovranno rimandare l’uso indiscriminato della carta igienica e almeno la foresta amazzonica non sarà più in pericolo.
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