da Alessandro Ceratti
Dalla discussione in questo blog e in generale nei mezzi di comunicazione nazionali risulta questo fatto assodato: un ragazzo straniero ci impiega due o tre mesi per imparare l’italiano. Nessuno, neppure i leghisti lo negano. E allora io mi domando: ma perché dopo 8 (se non 13) anni di insegnamento di lingua straniera i nostri ragazzi spesso non sono riusciti a imparare che qualche frasetta di un inglese appicicaticcio? A me questo modo di imparare sembra l’applicazione perfetta del principio: “buttiamolo in acqua e imparerà a nuotare”. E, vista l’indubitabile efficacia di questa fine e poco traumatica procedura pedagogica, perché non ci decidiamo ad applicarla sistematicamente e non incominciamo ad insegnare le equazioni differenziali in seconda elementare?
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