da Guglielmo Venturi E quel pirla ero io. Milano, fine del secolo breve. Iincrocio in piazza della Scala Massimo Cacciari in demodé ma elegante loden tirolese che si avvia a passo svelto verso la Feltrinelli di Via Manzoni. Trattengo a stento il tossico istinto da realitty show di bloccarlo ed esprimergli la mia soddisfazione di averlo intercettato e i miei auspici per un suo ruolo chiave nella sinistra del futuro. ” Passano gli anni, ma otto son lunghi” diceva il poeta. Da tempo l’amico del Canal Grande mi disorienta per le sue prese di posizione: ieri ha dichiarato che si dissociava dalla demagogia della manifestazione del Circo Massimo. Mi piacerebbe che l’ ex prof. di Barbara Berlusconi, che in un libro a due mani scritto con Bettin nel 2000 diceva che “politica significa far sapere all’altro che non è solo”mi spiegasse dove , quando e come trovare luoghi di aggregazione, che non sia la piazza, nei quali si possa esprimere democraticamente il dissenso nei confronti del governo del proprio paese. Non attendo, ovviamente, risposta dal sindaco di Venezia.
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