In tempi di disoccupazione crescente è difficile poter dimostrare la indispensabilità degli immigrati nel mercato del lavoro. Piuttosto , la loro presenza diventa sempre più un freno allo sviluppo tecnologico del paese: per molti imprenditori è più conveniente impiegare manodopera in nero e sottopagata , di provenienza straniera, che investire in hi-tech. D’altra parte il livello di educazione e cultura degli immigrati li rende inutilizzabili per un mercato del lavoro più sofisticato, e ci sono interi settori industriali (concerie, fabbriche di mattonelle, ecc) ,altamente inquinanti, che l’Europa ci lascia volentieri, dove si utilizzano gli immigrati . Può darsi che il costo della immigrazione per l’azienda Italia sia ormai superiore ai suoi benefici?
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