da Pino Granata
Non sono un sociologo e non vado a Napoli da un paio d’anni. Tutto quello che so su questa città lo apprendo dai giornali e dalla tv. Rispondere a questo interrogativo non è facile, ma se dovessi dar retta ai fatti direi che è più facile che un cammello passi nella cruna di un ago che questa città si riprenda. Non si sa come giudicare la voglia di autodistruzione che i napoletani esprimono in questa grave emergenza. Invece di aiutare a risolvere questa maleodorante crisi, contribuiscono a peggiorarla aggiungendo spazzatura alle montagne di monnezza che ricopre le vie cittadine e della provincia e bruciandola pur sapendo che così facendo si produce quel veleno chiamato diossina. E come giudicare il fenomeno dell’illegalità che ha ormai opposto i napoletani alle forze dell’ordine. I diversi episodi accaduti dei cittadini che scendono nelle strade a difendere i criminali contro le forze dell’ordine la dice tutta sulla situazione. (SEGUE OLTRE LE 500 BATTUTE)
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