da Paola Altrui
Caro Stucchi, se oggi si può parlare di una “vittoria di Benedetto XVI” lo si deve solo alla condizione di asservimento in cui versa l’informazione italiana, prodigatasi nel nobile intento di spacciare la civile e motivata protesta di alcuni esponenti della comunità scientifica per una pretestuosa contestazione ad opera di quattro scalmanati. Attribuire al Pontefice una ricerca di dialogo con il mondo dell’università denota una mancanza di senso della realtà: il dogma dell’infallibilità papale e la non negoziabilità dei valori cattolici precludono difatti quella posizione di sostanziale parità fra gli interlocutori che caratterizza il dibattito scientifico, e che promuove un confronto dialettico nel quale non è possibile invocare il principio di autorità né sottrarsi alla critica o alla confutazione delle proprie tesi. Non a caso, il previsto intervento del Pontefice contemplava lettura di un discorso, risolvendosi pertanto in un monologo privo di contraddittorio. Non posso che concordare con quanti hanno riconosciuto maggiore saggezza al Pontefice nel rinunciare all’invito che al Rettore della Sapienza nel formularlo.
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