da Isabella Guarini
Caro CSF, ho acquistato La Stampa per leggere l’intervista al “principe Caracciolo” nel contesto del giornale, altrimenti non l’ avrei apprezzata interamente e sarebbe stata un ritratto senza sfondo. Per questo, giovedì dieci gennaio, ho dovuto acquistare quattro quotidiani. Mi piace la dimensione della La Stampa, maneggevole ed essenziale. Ho apprezzato anche la composizione tipografica delle pagine, più semplice e rilassante rispetto a La Repubblica che ha assunto una pesantezza eccessiva per un quotidiano. Su questo avrei altro da dire ma l’intervista a un “principe napoletano” prevale vista la tragedia in cui versa l’ex capitale a cui il principe Caracciolo è legato da antico lignaggio. Sarà per questo che si mostra sempre con la puzza sotto il naso, mentre racconta,con sconcertante semplicità, di come egli abbia agito sempre per il suo peculiare interesse, anche quando è andato in armi sulle montagne, come si addice a un principe di razza per esser sempre superiore agli altri, specialmente in democrazia. Se fosse stato per lui Mondadori o Rizzoli non sarebbero mai ascesi a ruolo di Editori, vista la loro provenienza plebea. Eppoi, principe! Possibile che la Sinistra non le abbai insegnato niente sulle donne.
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