da Vittorio Grondona Bologna
L’aborto è uscito di nuovo dal letargo per opportunità economico/politica del Vaticano e dei suoi accoliti giornalisti/politici che nella loro grossolana propaganda opportunistica vorrebbero farci credere che fra due mali, aborto medico e aborto clandestino, sia migliore il peggiore, cioè quello clandestino. Quando gli argomenti che “tirano”, come le uscite stravaganti del Cavaliere, cominciano a scarseggiare, anche un giornale come “Il Foglio” deve trovare il modo per tirare a campare. Ecco allora che il furbone di turno ha pensato di rispolverare vecchie teorie bigotte che pur essendo per fortuna già da tempo definitivamente sradicate dalla maturità mentale preminente nel nostro Paese, sono purtroppo ancora di facile presa sull’ingenuità popolare rimasta nel profondo dell’intimo di molti cattolici. L’aborto non è mai stato un divertimento per alcuno, donna o uomo che sia. I soliti opportunisti, che fra l’altro non disdegnano di osannare le guerre preventive, fanno finta di non averlo ancora capito portando a giustificazione del loro falso orrore rarissime eccezioni. Nel contempo minacciano i deboli di spirito che osino sgarrare sull’argomento di una sicura condanna divina, anticipando così, d’arbitrio, anche il “Dies irae” del Giudizio universale.
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