da Pier Franco Schiavone, Milano
Lampard aveva pareggiato il gol di quel mostro di Cristiano Ronaldo Dos Santos Aveiro, poi le due squadre finaliste di Champions, non ce l’hanno fatta a superarsi e così si è andati ai rigori. Il Chelsea avrebbe meritato la vittoria, aveva giocato un po’ meglio e contava un palo e una traversa, ma il calcio è così, a volte, per un millimetro, vinci o perdi. Una partita bellissima, poco inglese, niente palla avanti e pedalare, ma gioco, grazie ai tanti stranieri presenti nelle formazioni. Rigori. Il mostro sbaglia e il Manchester vede allontanarsi la vittoria a causa del suo miglior atleta. Ma il fato, si sa, è imperscrutabile. Si avvicina al dischetto Terry, uno dei migliori del Chelsea, il suo gol significa la vittoria. Con calma sistema la palla, si allontana di quel tanto che basta, fissa per una frazione di secondo il palo alla sinistra del portiere, parte, la gamba destra si solleva all’indietro per colpire la sfera e imprimere la traiettoria ideale, ma una piccola, bastarda zolla di erba e terra, sotto il suo piede sinistro, cede, Terry scivola, colpisce male la palla che finisce sul palo esterno. Annullato il vantaggio. Successivo errore di Anelka e sconfitta per il Chelsea. Un anno, che a volte è una carriera, il sogno di tutti i calciatori, cancellati da una zolletta d’erba e terra. Hai voglia a parlare di rugby, nel calcio non bastano la tecnica e la forza fisica, servono gli dei.
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