SUL CAMINO DE SANTIAGOSEGUNDO DIAVILLADANGOS DEL PARAMO
I venti chilometri scivolano via senza tanti problemi. I bagagli sono trasportati dal pulmini e camminare senza peso sulle spalle è roba da bambini. Oggi la truppa si divide. Io, Valzania, Vergassola, Riondino, Bozzo, Lucia Restivo e Paola Vergassola usciamo da Leon a piedi. Odifreddi ci raggiunge col pulmino fuori Leon, saltando 6 km di periferia bruttarella e di zona industriale bruttina. Odifreddi non ne vuole sapere di percorsi urbani. Noi siamo della scuola che il viaggio è viaggio e bisogna accettare tutto. Iniziamo di buona lena seguendo le frecce gialle e le conchiglie impresse sui marciapiedi. Scopro la prima cosa: Compostella viene da Campus Stellae in ricordo di quel pastore eremita, tale Pelayo, che nell’813 vide delle luci sopra un tumulo di terra facendo scoprire così la tomba di Santiago, cioè san Giacomo il Maggiore, l’apostolo di Gesù che era stato fatto decapitare nel 42 o nel 44 da Erode Agrippa. Da quel momento Santiago divenne il mitico difensore degli spagnoli nelle battaglie contro gli invasori islamici. Fu nel suo nome che riuscirono a cacciare i “mori” e fu anche grazie alle sue instancabili partecipazioni agli scontri. Santiago, nei momenti di maggior delicatezza della battaglia, appariva nel cielo in sella ad un cavallo bianco e per i nemici non ce ne era più. Per questo lo chiamarono anche il “Matamoros”. Sulla strada incontriamo un sacco di paesini dai nomi simili: Trobajo del Camino, Fresno del Camino, Sam Miguel del Camino, Virgen del Camino,Valverde de la Virgen. Odifreddi passa per grande camminatore, soprattutto in salita, ma oggi di salite non ce ne sono. E’ tutto molto facile e all’ora di pranzo siamo alla meta. Domani ci aspettano 30 km e un arrivo in salita. (csf)
Nessun commento.
Commenti chiusi.