La leggenda dello Scudo Crociatodi Michele Serra
Il Santo Graal viene rimpiazzato da un nuovo simbolo esoterico: il misterioso stemma sotto la cui egida accumulò potere e ricchezze l’antica setta dei Democristiani
Spremuto fino alla feccia da cinema e letteratura fantasy, il Santo Graal va finalmente in pensione, insieme al suo codazzo di templari. Lo rimpiazza il nuovo simbolo esoterico che affascina e atterrisce gli appassionati di tutto il mondo: lo Scudo Crociato, il misterioso stemma sotto la cui egida, secondo la leggenda, accumulò potere e ricchezze l’antica setta dei Democristiani.
La sua foggia è arcinota: uno scudo con una croce rossa in campo bianco, dapprima usato come usbergo contro i comunisti, successivamente come vassoio per le tartine durante i rinfreschi nelle riunioni di corrente. Lasciato incustodito dai democristiani in disordinata fuga nei giorni di Tangentopoli, è scomparso. Chi ne controlla gli straordinari poteri?Si mormora, per esempio, che lo Scudo Crociato, tra le sue tante facoltà miracolose, fosse in grado di moltiplicare gli uscieri. I più valorosi tra i democristiani, grazie al suo potere, potevano assumere fino a 500 uscieri per provincia, stipandoli nelle guardiole degli uffici pubblici.Un incaricato del ‘Guinness dei primati’ riuscì a contare, nel solo ufficio informazioni di una Usl di Isernia, 32 uscieri, battendo il record stabilito anni prima dai clienti di un pub di Belfast che erano riusciti a entrare in 25 in una cabina telefonica.Nel nome glorioso dello Scudo Crociato, accanto ai democristiani si schieravano le potenti gilde dell’epoca: i Finti Ciechi, che facevano votare anche il cane lupo, i Baby-pensionati, con la spiritosa parrucca di capelli bianchi, i Coltivatori Diretti, malvisti perché lavoravano. Ma dov’è, adesso, lo Scudo Crociato? Le ipotesi sono parecchie.
Ipotesi uno Trovato tra le macerie fumanti di piazza del Gesù, lo Scudo Crociato venne trafugato da un ignaro pompiere, che lo aveva scambiato per un normalissimo vassoio per le tartine. Ma una volta a casa il pompiere si rese conto della natura prodigiosa del reperto: al suo risveglio trovò la stanza da letto piena di uscieri. Atterrito, lo buttò in un cassonetto. Finito in discarica, il talismano giacque per mesi tra i rifiuti. Finché un giorno una pastorella, che pascolava le sue pecore nei pressi, ebbe un’apparizione: circonfuso da una luce fortissima, un usciere con l’uniforme immacolata le ordinò di prendere lo Scudo Crociato, ripulirlo dalle bucce di mela, presentarsi alle elezioni e liberare l’Italia dal male. La fonte autorevole di questa ricostruzione è ‘La vita in diretta’ di Michele Cucuzza.
Ipotesi due Rotto in mille pezzi dal crollo di piazza del Gesù, lo Scudo Crociato venne venduto a Porta Portese, frammento per frammento, dando vita a un fiorente mercato delle reliquie. Tra gli acquirenti Casini, Pizza, Rotondi e Mastella, più un numero imprecisato di collezionisti privati. Ciascuno sostiene che il frammento che conserva i poteri magici è quello in suo possesso, e deride i frammenti altrui. Una sinistra profezia sostiene che solo l’Anticristo ha il potere di riattaccare tutti i frammenti dello Scudo Crociato.
Ipotesi tre Lo Scudo Crociato non è mai uscito da piazza del Gesù. È sprofondato nel sottosuolo, insieme ad altre masserizie democristiane, e attualmente è in possesso di Formaggione, il Re dei Ratti, che grazie al talismano medita di conquistare il mondo e assoggettare il genere umano al volere dei roditori. Fonte scientifica: Dan Brown.
Ipotesi quattro Circola solo su Internet. Lo Scudo Crociato sarebbe in Sudamerica, trafugato da alcuni vecchissimi dorotei che hanno trovato rifugio, sotto falsa identità, in Paraguay e in Argentina. Braccati inutilmente per anni dalle loro vittime, sono stati finalmente smascherati da alcuni turisti italiani, che nonostante il molto tempo trascorso li hanno riconosciuti dai calzini corti e dal frasario incomprensibile. Ma i dorotei sono riusciti a fuggire dopo avere trasformato i turisti in uscieri, circostanza che confermerebbe che lo Scudo Crociato è ancora nelle loro mani.
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