da Carla Bergamo, São Paulo
Una reportage di uno dei maggiori quotidiani paulistani ha suscitato abbastanza indignazione da queste parti. È che sono andati a farsi un “giretto” in sud Italia e hanno scoperto che i proprietari agricoli meridionali sono pessimi datori di lavoro e le autorità che dovrebbero fiscalizzare latitano. Nella nostra bella Italia (del Sud) vige lo sfruttamento più vergognoso della mano d’opera del terzo mondo, che vive in condizioni miserabili per non dire disumane. Così il giornalista conclude: “Conosciuta per la sua difesa dei diritti umani e per criticare le pessime condizioni di lavoro nella produzione di canna da zucchero in Brasile o dei tessili in Cina, l’Europa adesso è obbligata ad ammettere l’esistenza di queste violazioni nel suo proprio territorio”. La cosa incredibile è che da uno studio recente è risultato che gli immigrati si integrano molto di più in nord Italia, terra di Bossi, che al Sud, terra di forte emigrazione. Ma certamente, paladina della lotta allo sfruttamento, la sinistra del nord e del sud è troppo occupata a rassicurare i cattolici sulla sacralità della vita (degli embrioni italiani, per esempio). Dopo la Binetti, la giovane Madia. No, I can’t.
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