da Pier Franco Schiavone
Dalle mie parti non c’erano cisterne, a parte in qualche casa gentilizia, perché l’acqua abbondava nelle fontane pubbliche. Esisteva però la buca profondissima nel terreno dove veniva ammassata la neve da conservare per l’estate. A partire dagli anni ’50, con l’avvento del frigorifero, si smise di accumulare la neve e quell’antro affascinante, per noi bambini, divenne luogo di mistero. Pensavamo che vi si celassero i diavoli o vi si buttassero i morti. Una volta organizzammo una spedizione punitiva contro i misteriosi esseri che vi abitavano, armati di frecce ricavate dai ferri degli ombrelli e fionde. Anche per noi risuonavano le voci delle donne che abitavano le ultime case del paese, solo che, a contrario di Napoli, erano voci minacciose: che ve pozzeno accide, voi e le mamme vostre! Ciccio e Tore, come gli altri bambini, devono aver sentito la medesima, irresistibile attrazione.
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