SI MUORE 2 VOLTE, UNA QUANDO SI NASCE E UNA QUANDO SI DIVENTA VECCHIda Tommaso Albrizio
Puglia, anni avvertiti 1958 anni reali 1978, un giorno in mezzo alla settimana. Un pomeriggio di maggio che aveva deciso di prendere in prestito il sole da luglio. Avevo sei anni ed era stranissimo perché io al massimo me ne ricordavo tre. Mi sforzavo di ricordare i primi anni della mia vita ma vedevo solo nero, più nero di quando era buio nella mia cameretta e non riuscivo ad addormentarmi. Anche quando pensavo alla morte vedevo tutto nero ed immaginavo che si annullassero tutti i suoni. Non ricordavo nemmeno un rumore, una voce dei miei primi anni ed ero convinto di essere stato morto quando ero più piccolo, cioè, esistevo, i miei genitori mi tenevano in braccio, mi compravano le cose e mi scattavano le foto ma io dentro al mio corpo non c’ero. Poi quando sarei diventato vecchio, più vecchio di mio nonno e fossi morto sarebbe ridiventato tutto nero e senza rumori. Sì, a quell’epoca pensavo che nella vita si morisse due volte, una quando si nasce, così vedi com’è, e una quando si diventa vecchi perché si è stanchi di tutta quella vita. Il mondo era diviso in tre parti, una bellissima, una normale e una molto brutta. Quella normale era lì dove vivevo io e le altre due nella televisione, ed erano: i cartoni animati (cioè il mondo bellissimo), ed il telegiornale (la parte brutta dove vivevano i malviventi che rubavano e ammazzavano tutti i giorni). Poi c’era anche Cologno Monzese che era un’altra parte di mondo non classificata, lì viveva mio cugino Angelo…
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