da Pier Franco Schiavone
Ceratti, sul problema delle morti bianche, esordì dicendo: ma quale problema, sono morti statisticamente fisiologiche! Quando gli spiegai che non poteva includere nel novero dei lavoratori a rischio incidente, anche gli impiegati del catasto, non rispose, dimostrando una certa alterigia. Adesso, non solo afferma con cinismo che il problema è sopravvalutato, ma dice che il nuovo provvedimento deresponsabilizza gli operai, mentre i datori di lavoro finiscono con l’essere, inopportunamente, oggettivamente colpevoli. Esiste certamente il problema, tra gli operai a rischio, della mancanza di informazione, del machismo e del fatalismo, ma gli operai si proteggerebbero se fossero sempre in regola, informati e formati. Il fatto è che esiste tra gli imprenditori il rifiuto dell’idea della repressione come dei controlli in tema di sicurezza, perché queste cose, oltre ad essere costose, aprono la strada ad ingerenze molto più spiacevoli per l’azienda, rispetto alla morte di un povero cristo, a cominciare dal controllo sul sommerso. È in gioco il principio dell’impunità.
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