A me quel Genchi non mi ha mai convinto. Ma finora non sapevo perché. Adesso quella mia non convinzione trova un punto di appoggio. Il Genchi si presenta al congresso dell’Idv e dice, parlando dell’aggressione a Berlusconi (quella della statuetta del Duomo): “Nel lancio della statuetta del duomo di Milano a Berlusconi non c’è nulla di vero”. E poi: “Era una pantomima coronata da quell’uscita di quel fazzoletto nero ed enorme che sembrava quello di Silvan dal quale mancava solo che uscisse un coniglio”. Fin qui tutto bene. Si trattava di una opinione. Azzardata ma legittima. Passano poche ore e Genchi si trasforma in Berlusconi. E’ stato frainteso. Ma come frainteso? C’erano le tv, le radio, i registratori, gli spettatori. No, frainteso. E non frainteso un po’. No. “Totalmente frainteso”. Spiega: “Le mie parole non facevano alcun riferimento alla dinamica dell’attentato e non intendevano affatto metterne in dubbio la veridicità. Mi riferivo, in realtà, a quanto accaduto immediatamente dopo, al fatto che la scorta del presidente del Consiglio non abbia provveduto con tempestività ed immediatezza ad allontanare il premier da quella situazione di grave pericolo”. Ma come, non c’era niente di vero! E la pantomima? E il fazzolettone nero? E Silvan? E il coniglio? E soprattutto: le sue consulenze, d’ora in poi, verranno prese sul serio? Non verranno magari fraintese? (csf)
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