da Silvia Palombi
Non sempre il compagno-padre lascia sola la compagna dopo aver preso la decisione di non avere un figlio, il mio di allora, tenuto lontano dalla indispensabile cautela che oscurava gli aborti clandestini in assenza di una legge, ha sofferto camminando alla stazione dove mi aveva accompagnato ed è rimasto ad aspettarmi. Certo è che la solitudine nell’esperienza peggiore della nostra vita è inevitabile e semplicemente intollerabile. Con quel mal di pancia ci stai tu, solo tu sai come ti senti, dentro. Ci vuole tanto tempo, tanta pazienza, tanta malinconia per riuscire a pensarci ogni giorno un po’ meno. Poi c’è chi rimpiange quella decisione. Io non ho avuto ripensamenti, forse a tratti la curiosità di sapere come sarebbe stato quel figlio del quale sarei stata sorella maggiore, non la madre affidabile e salda alla quale avrebbe avuto diritto, e non ho senso di colpa per una scelta che, a quel tempo, era l’unica possibile. Non ho mai creduto che la realizzazione di una donna sia compiuta solo se ‘completata’ da un figlio.
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